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Di Paolo C.
Fienga
Dovevano essere passate giĂ molte ore
da quando le comunicazioni fra i computer della Nave ed il Centro
di Controllo a Terra si erano bruscamente interrotte. Nulla di
preoccupante, però: si trattava di una procedura standard,
da applicarsi ogni qual volta le attivitĂ da compiere assumevano
una particolare importanza e delicatezza.
Mi piaceva pensare che si trattasse di un silenzio simile a quello
che deve caratterizzare lo svolgimento di una funzione che richiede
una speciale calma e concentrazione.
“Il silenzio prima del salto”,
si sarebbe potuto dire…
L’orologio di bordo segnava le 18:42 ma l’ora esatta,
in quel punto ed a quel momento, non interessava davvero piĂą
a nessuno. Avevo dormito per parecchio tempo, come d’altronde
avevo fatto per la maggior parte del viaggio... Le luci colorate
che segnalavano lo stato della Nave brillavano, come sempre, e
come sempre mi ricordavano i colori del Natale.
Un Natale fuori stagione (eravamo a Maggio…), senza neve,
senza regali e senza celebrazioni.
Comunque era piacevole osservare le luci ed i riflessi variopinti
che rallegravano la Sala di Navigazione. Il display che riassumeva
le operazioni in corso ed il loro esito, diceva che erano in corso
le attivitĂ preliminari alla inserzione orbitale.
La sua bella luce verde ed i grandi caratteri che utilizzava gli
conferivano un aspetto elementare, ma caldo e rassicurante.
Nel dubbio, quando la Nave sembrava del tutto immobile oppure
quando i suoi motori erano profondamente sollecitati – come
nei momenti in cui ci accingevamo a superare le forze di attrazione
della Terra o della Luna – bisognava buttare un occhi al
display, per vedere se stava andando tutto bene.
E tutto andava bene.
Io credo che quel display fosse stato programmato per dire che
tutto funzionava a meraviglia. Sempre. Non c’era nulla da
fare, adesso: solo attendere. L’ingresso in orbita, programmato
e pianificato da Terra sin nei minimi dettagli e calcolando tutte
le possibili varianti (incidenti compresi…) rispetto alla
situazione ottimale di base, sarebbe avvenuto meccanicamente,
senza l’intervento umano. Cioè senza il mio intervento.
E forse questo era un bene. Continua...
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