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Piú votate - A Tribute To Mars Global Surveyor |

Volcanoes-Arsia_Mons-02-PIA04294_fig2.jpgArsia Mons and its "clouds" (2) - 24 April 2003, Ls 173° (Extremely Saturated Natural Colors; credits NASA/JPL/MSSS)56 visiteOriginal caption:"This image was taken on April 24, 2003, such as in late Southern Autumn on Mars. These pictures prove that some parts of Mars experience weather phenomena that repeat each year, at about the same time. In some Regions, the repeated event may be a dust storm that appears every year, like clockwork, in such a way that we can only wish the weather were so predictable on Earth. One of the repeated weather phenomena occurs each year near the start of Southern Winter over Arsia Mons, which is located near 9° South Latitude, 121° West Longitude. Just before Southern Winter begins, sunlight warms the air on the slopes of the volcano. This air rises, bringing small amounts of dust with it. Eventually, the rising air converges over the volcano's caldera, the large, circular depression at its summit. The fine sediment blown up from the volcano's slopes coalesces into a spiraling cloud of dust that is thick enough to actually observe from orbit".     (9 voti)
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Noachis_Terra-M0705535-03.jpgBizarre-looking Features of Southern Noachis Terra: the "Dark (pseudo) Lake" (EDM n.2, taken from the Original NASA/MGS/MSSS b/w M0705535 Frame)82 visiteUn'immagine davvero eccezionale e, come altre volte ci è successo, molto difficile da commentare. Dentro questo grande cratere, perso nella Terra di Noachis, c'è sicuramente qualcosa e le ipotesi più accreditate - anche a dispetto di quanto sembra apparire nel frame - parlano di accumuli di polveri sottilissime, diventate nere a seguito del verificarsi di fenomeni di ossidazione (p.e.: si potrebbe trattare di semplice ghiaccio secco (carbon dioxide - CO2 - anche noto come "dry ice") il quale è stato superficialmente 'sporcato' dal deposito di polveri ferrose che sono normalmente presenti, peraltro in abbondanti quantitativi, nell'atmosfera Marziana).
Ma chi si sente, oggi come oggi, di escludere altre possibilità ?!? E se si trattasse di veri e propri idrocarburi affioranti, parzialmente ghiacciati ed altamente viscosi? A quando la prima Stazione di Servizio Marziana?      (9 voti)
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Utopia_Planitia-Smoke-B-M0202863-PCF-LXTT.jpgControversial Surface Feature in Utopia Planitia (EDM n.1)67 visitevedi il commento al frame che precede     (9 voti)
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Aeolian_Features-Dust_Storms-Mars___Earth_Comparison.jpgDust Storms on Mars and Earth77 visiteUn'interessante confronto fra una tempesta di sabbia Marziana (come vista dalla Sonda Mars Global Surveyor) ed una tempesta di sabbia che, sollevatasi con ogni probabilità dalla porzione più occidentale del deserto del Sahara, si sta ora spostando al largo dell'Oceano Atlantico.
Indubbiamente un'immagine suggestiva che evidenzia le diversità più che le similitudini esistenti fra la Terra e Marte. Inoltre, sempre secondo noi, la coloritura che è stata data alla "nube sabbiosa" terrestre è - anche in questo caso - davvero discutibile.
Chissà , forse alla NASA l'attribuzione dei colori alle immagini costituisce un problema davvero insuperabile...     (9 voti)
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Craters-Crater_Cluster-Meridiani_Planum-PIA07151_modest-00.jpgCrater Cluster in Meridiani Planum (Original NASA/MGS/MSSS b/w Frame)116 visiteUna piccola porzione di Meridiani Planum, caratterizzata da un grande ed antico cratere (in alto) e da una moltitudine di crateri più piccoli che tanto ci ricordano il Cratere Endurance. certo, sarebbe bello andare a dare un'occhiata a questo strano paesaggio dal basso ma...Opportunity è troppo lontana e, in questa zona, quasi certamente, non ci arriverà mai.
Ma poi, in fondo, chissà ...     (9 voti)
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Phobos_from_Mgs-006-PIA01332.jpgPhobos from Mars Global Surveyor (6)225 visiteCaption NASA:"This image of Phobos, the inner and larger of the two moons of Mars, was taken by the Mars Global Surveyor on August 19, 1998. The Thermal Emission Spectrometer (TES) measured the brightness of thermal radiation at the same time the camera acquired this image. By analyzing the brightness, TES scientists could deduce the various fractions of the surface exposed to the Sun and their temperatures. This preliminary analysis shows that the surface temperature, dependent on slope and particle size, varies from a high of +25° F (-4° C) on the most illuminated slopes to -170° F (-112° C) in shadows. This large difference, and the fact that such differences can be found in close proximity, adds support to the notion that the surface of Phobos is covered by very small particles".     (9 voti)
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Thaumasia_Region-The_Electric_Dunes-02.jpgThe Bright Dunes of Thaumasia (EDM - possible Natural Colors; credits: Lunar Explorer Italia)115 visiteIn questo splendido frame ottenuto dalla gloriosa Sonda Mars Global Surveyor e da noi colorizzato in Natural Colors, vediamo le "Dune Elettriche" (come scrivono gli Amici di Mars Unearthed) oppure, come diciamo noi, le "Dune Scintillanti" della "misteriosa" Regione Marziana di Thaumasia.
Ad ogni modo - e per quale che sia la definizione che vogliate adottare -, il quesito iniziale, che è naturalmente insito nella definizione, rimane: perchè queste "Huge Ripples" sono così brillanti?
Che cosa è, qual'è l'elemento "decisivo/scriminante" che conferisce loro un'albedo ed un colore (argenteo?) simile?
Provate a contestualizzare le dune, e Vi renderete conto subito dell'Anomalìa: il terreno che le circonda ed a cui esse accedono, infatti - per lo più si tratta di canaloni, depressioni simil-lacuali e greti di fiumi disseccati da ere -, non è affatto luminoso, anzi...
L'albedo ed il colore delle "Dune Elettriche" di Thaumasia sono quindi una caratterizzazione ESCLUSIVA delle dune stesse, il tutto a dispetto del fatto che le dune - come tutti sanno - di regola CONDIVIDONO LA NATURA dei rilievi sui quali giacciono (pensate, ad esempio, alle Ripples di Meridiani Planum, oppure all'Oceano di Dune (Erg) situato nelle prossimità del Polo Nord Marziano, oppure considerate le dune che si vedono nel Bacino di Gusev, oppure nella Regione di Arabia Terra etc.).
Certo, le dune - proprio perchè "disegnate" dai venti e quindi in "costante (sempre di regola) divenire" - si caratterizzano anche per la circostanza di avere un'albedo LEGGERMENTE MAGGIORE - nel loro versante più battuto dal vento - di quella del terreno su cui si trovano ma, se non altro in termini di general texture e colore, esse restano SEMPRE COERENTI con il resto del paesaggio che le comprende.
Ma non in questo caso: le Dune di Thaumasia, in definitiva, si STACCANO DECISAMENTE - per albedo, texture e colore - dal resto del paesaggio che le accoglie.
Quale spiegazione potremmo dare ad un simile fenomeno? Ebbene, senza per questo scomodare Hoagland e tanti altri Cultori di Eso-Archeologia, una risposta potremmo anche azzardarla. Anzi: due risposte (una, diciamo così, "Classica" ed un'altra "Esotica".
In accordo all'ipotesi "Classica", potremmo ritenere che le nostre Dune Scintillanti, in realtà , non sono affatto dune, bensì accumuli di sedimenti i quali sono stati prima dissepolti e poi - in parte - rimodellati dai venti che soffiano su Thaumasia.
In altre parole: non si tratterebbe di accumuli di detriti e polveri superficiali (eventualmente provenienti anche da Regioni più lontane) i/le quali, in fin dei conti, rappresentano il risultato finale dell'opera di raccolta e distribuzione di particelle realizzata dai venti, bensì di Yardangs sui generis, ossìa di strati di materiale fragile (ma compatto) che giaceva sepolto poco al di sotto del Datum di Thaumasia il quale è stato PRIMA "scoperto" dai venti che battono la Regione e poi parzialmente "rimodellato" a foggia di pseudo-dune.
Diciamo pseudo-dune poichè, in accordo a questa - certo fantasiosa, ma non completamente improbabile - ipotesi, i rilievi che vediamo SEMBRANO essere delle dune, MENTRE IN REALTA' NON LO SONO.
Si potrebbe trattare, dunque e per concludere, di materiali che, in un tempo remoto, giacevano sul fondo di laghi di modesta portata (stagni inclusi) e nei letti di fiumi piuttosto piccoli (più simili a torrenti) i quali, disegnati dalle (anche deboli) correnti di fondale che li caratterizzavano, sono stati riportati alla luce dai venti di Marte e, in parte, rimodellati.
Una seconda ipotesi, invece (decisamente più Esotica), potrebbe essere trovata nella circostanza per cui questi rilievi - che sarebbero sempre e comunque delle pseudo-dune - costituirebbero l'evidenza oggettiva della presenza, nella sub-superficie di Marte (ed in alcune Regioni più che in altre), di strutture organiche (o Bio-magnetiche) di dimensioni anche notevoli le quali, di fatto, rappresenterebbero l'"ossatura vitale" del Pianeta (la parola "ossatura" l'abbiamo scelta deliberatamente).
In altre parole, potrebbe trattarsi di residui - ormai morti, poichè esposti all'Atmosfera di Marte (diciamo "messi a cielo aperto") - di quelle Forme Vitali Esotiche ed Indigene che, secondo alcuni Scrittori e Ricercatori, popolerebbero il sottosuolo del Pianeta Rosso, a cominciare dalla sua sub-superficie (ossìa quello strato di terreno che si trova poco al di sotto del Datum - e cioè dai 20/30 cm sino a poche decine di metri di profondità ).
Fantasia sfrenata anche questa? Fantascienza-trash? Giudicatelo Voi.
Se avete altre ipotesi da suggerire oppure se desideraste integrare e/o correggere le due che Vi abbiamo proposto...scrivete!MareKromium     (8 voti)
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Volcanoes-The_FootPrint_Volcano-A-MGS.jpgThe "Footprint Volcano" (CTX Frame- Saturated Natural Colors; credits for the additional process. and color.: Dr Paolo C. Fienga - Lunar Explorer Italia)54 visitenessun commentoMareKromium     (8 voti)
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Aeolian_features-Windstreak-M1101534-02.jpgWindstreak with misunderstanding55 visiteUn nuovo esempio, certo non l'ultimo (magari lo fosse!), di come una brutta immagine (o anche un’immagine difettosa) crea un "caso" – anzi: una Anomalìa di Superficie – e come un'analisi accurata ed attenta del frame in versione integrale e ad HR, risolve il malinteso.
Nell'inset in b/n, un rilievo scuro ed ambiguo sembra proiettare un potente raggio di luce sulla superficie di un’area pianeggiante situata nella Regione Marziana di Medusae Fossae.
Nell'immagine grande, HR ed in colori naturali, il rilievo scuro ed ambiguo diventa una normale collinetta "a ceppo" (o “buttâ€) ed il potente raggio di luce si evidenzia per quello che è: un windstreak.
Uno degli oltre centomila windstreaks che caratterizzano le Grandi Pianure di Marte.
Come mai il misunderstanding? Un semplice vizio di saturazione nel frame in b/n.
E perchè, comunque, l'eventuale "raggio di luce" non potrebbe essere mai un "raggio di luce"?
Scegliete Voi uno (o più di uno) di questi motivi:
1) perchè la luce si propaga in linea retta e non in linea “tremula†(a meno che non ci si trovi nei pressi di una sorgente di super-gravità , quale può essere un black hole);
2) perchè la foto è stata scattata alle 13:36, in pieno giorno marziano e, in una foto ottenuta da quasi 400 Km di altezza, una sorgente di luce radente, per quanto potente possa essere, non risulterebbe comunque percepibile nè risolvibile;
3) perchè il rilievo in questione non presenta, nemmeno operando dei super-stretches, alcuna apertura (una "vent", tecnicamente) dalla quale potrebbe dipartirsi il raggio di luce;
4) perchè le sorgenti di luce radente, in fotografia astronomica e spaziale, quando ci sono, si configurano in maniera molto diversa.
Conclusione: onde evitare di prendere delle terrificanti sviste, si suggerisce sempre di esaminare i frames in HR e quindi, come insegnano la prassi e l'esperienza, cercare di essere, si, possibilisti, ma anche - e soprattutto - razionali e pragmatici.
Poi, ovviamente ed alla fine, ognuno può sempre pensare (di vedere) quello che vuole, ci mancherebbe altro: in fondo, esistono personaggi che hanno costruito e costruiscono fortune sulle sviste...
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Thaumasia_Region-The_Electric_Dunes-05.jpgThe "Bright Dunes" of Thaumasia (CTX Frame - Enhanced Natural Colors; credits for the additional process. and color.: Dr Paolo C. Fienga - Lunexit Team)53 visiteLe "Dune Luminose" di Thaumasia: per una Scuola di Pensiero si tratta di tubazioni, un tempo interrate, le quali sono state poi riportate alla luce dalla combinazione di azioni geologiche (da un lato) e meteorologiche (dall'altro). Tubazioni metalliche i cui scopi sono un mistero che, probabilmente, è destinato a rimanere tale.
Per altri Ricercatori, invece, si potrebbe trattare di spezzoni visibili di tunnel traparenti i quali, sempre a causa del concorso fra azioni geologiche (sismi, subsidenze, fratture tettoniche etc.) ed azioni meteorologiche (piogge torrenziali, alluvioni, venti et sim.), sono "emersi" dalle profondità del Pianeta Rosso sino a rendersi, in parte, visibili.
Per altri ancora, infine, si potrebbe trattare delle strutture che reggevano i tunnels di cui sopra (diciamo gli scheletri di queste ipotetiche costruzioni).
Per la NASA, si tratta di "ripples", ossìa di dune costituite da sabbie rapprese e, nel tempo, divenute simili a rocce (ancorchè - relativamente - fragili).
L'ESA è d'accordo con questa costruzione ma - e diremmo "ovviamente" - nè la NASA, nè l'ESA spiegano il motivo di questa albedo così inusuale per delle strutture rocciose.
Noi, come Gruppo di Ricerca Indipendente, riteniamo che queste strutture sìano, di fatto, dei rilievi naturali. Il motivo della loro "luminosità ", come Geologia e Razionalità ci suggeriscono, dovrebbe essere ricercato - prima di lasciarsi andare a teorizzazioni esotiche (e prive di fondamenta) - nella composizione di questi rilievi. Svariate aree di Marte "brillano" e, come Spirit stesso ha già evidenziato, la superficie di Marte è ricca di sali e di sostanze aventi una natura ed una struttura cristallina.
Forse, prima di pensare a "tubi" e "tunnel", varrebbe la pena di pensare anche a sali, quarzi, superfici vetrificate e - perchè no? - ghiaccio.
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Phobos_from_Mgs-010.jpgPhobos, from MGS (Original NASA/MGS/MSSS Full Frame n. 4)53 visitenessun commentoMareKromium     (8 voti)
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Craters-Wirtz_Crater-Dunes-MGS.jpgThe Dunes of Wirtz Crater (Original NASA/MGS/MSSS b/w Frame)72 visiteCaption NASA originale:"This MGS-MOC image shows dark Sand Dunes, formed by winds blowing from the South-West (upper right), in Wirtz Crater. The Crater is named for Carl Wilhelm Wirtz (1876–1939), a German astronomer".
Location near: 49,0° South Lat. and 25,5° West Long.
Image width: ~3 Km (~1,9 mi)
Illumination from: upper left
Season: Southern Autumn     (8 voti)
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