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Comets-Wesley-Jupiter_Impact-1.jpgCometary Impact on Jupiter 106 visitenessun commentoMareKromium
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Comets-Wesley-Jupiter_Impact-2.jpgCometary Impact on Jupiter 173 visitenessun commentoMareKromium
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Comets-Wild_2-00.jpgApproaching Wild 2 (1)54 visiteCaption NASA originale:"This image was taken during the close approach phase of Stardust's Jan 2, 2004 flyby of comet Wild 2. It is a distant side view of the roughly spherical comet nucleus. One hemisphere is in sunlight and the other is in shadow analogous to a view of the quarter moon. Several large depressed regions can be seen. Comet Wild 2 is about 5 Km (3,1 miles) in diameter".
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Comets-Wild_2-01.jpgApproaching Wild 2 (2)57 visiteCaption NASA originale:"On January 2, 2004 NASA's Stardust spacecraft made a close flyby of comet Wild 2.
Among the equipment the spacecraft carried on board was a navigation camera.
This is the 34th of the 72 images taken by Stardust's navigation camera during close encounter. The exposure time was just 10 milliseconds".
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Comets-Wild_2-02.jpgWild 2 - stereo image pair53 visitenessun commento
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Comets-Wild_2-03.jpgSome surface features of Wild 253 visiteCaption NASA originale:"These images taken by NASA's Stardust spacecraft highlight the diverse features that make up the surface of comet Wild 2. The three pictures on the left side show a variety of small pinnacles and mesas seen on the limb of the comet. The picture on the right shows the location of a 2-Km (1,2-mile) series of aligned scarps, or cliffs, that are best seen in the stereo images".
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Comets-Wild_2-04.jpgThe map of Comet Wild 253 visiteUna mappa - non particolarmente dettagliata ma comunque idonea a farci vedere e riconoscere le aree maggiormente importanti - della Cometa Wild 2. La mappa in oggetto è stata ottenuta sulla base delle riprese della cometa effettuate dalla Sonda "Stardust" il 2 Gennaio 2004 e, in particolare, impiegando il frame che Vi mostriamo nel quadro successivo.
I nomi indicati per le diverse aree di Wild 2 sono quelli utilizzati dallo "Stardust Team".
Da notare, infine, che il "bacino Shoemaker" potrebbe (a dispetto delle apparenze) NON aver avuto origine da un impatto.
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Comets-Wild_2-05.jpgWild 257 visiteCaption NASA originale:"This image is the closest short exposure of the comet, taken at an 11,4° phase angle (phase angle is the angle between the camera, the comet and the Sun).
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DACTYL-PIA00297.jpgAsteroid Dactyl54 visiteThis image is the most detailed picture of the recently discovered natural satellite of asteroid 243 Ida taken by the Galileo Solid-State Imaging camera during its encounter with the asteroid on August 28, 1993. Shuttered through the camera's broadband clear filter as part of a 30-frame mosaic designed to image the asteroid itself, this frame fortuitously captured the previously unknown moon at a range of about 3,900 kilometers (2,400 miles), just over 4 minutes before the spacecraft's closest approach to Ida. Each picture element spans about 39 meters (125 feet) on the surface of the moon. More than a dozen craters larger than 80 meters (250 feet) in diameter are clearly evident, indicating that the moon has suffered numerous collisions from smaller Solar System debris during its history. The larger crater on the terminator is about 300 meters (1,000 feet) across.
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DACTYL-PIA00298.jpgAsteroid Dactyl53 visiteWithin seconds of its closest approach to the asteroid 243 Ida on August 28, 1993, the Galileo spacecraft's Solid State Imaging camera caught this glimpse of Ida's previously unknown moon orbiting the asteroid. One frame of a 15-image set designed to capture a view of Ida at the highest possible resolution landed by chance with its edge right on the little moon. The range from the spacecraft was about 2.400 Km and each picture element spans about 24 meters (80 feet) on the surface of the moon. Only a small sliver of the sunlit crescent is visible at the edge of the frame (which was shifted inward toward the center in this frame). Dactyl is approximately egg-shaped, measuring about 1.2 x 1.4 x 1.6 Km (0.75 x 0.87 x 1 mile). At the time this image was shuttered, Ida was about 90 Km (56 miles) away from the moon, outside this frame to the left and slightly below center. The smoothly curving shape of the dark edge of Ida's moon can be seen on the left. The moon's observed darkside was just barely detectable.
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Dactyl.JPGDactyl56 visitenessun commento
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Dart-1.jpgGreat Balls of Fire! - 167 visiteAlle ore 01:14 del 26 Settembre 2022 la sonda Dart della NASA ha disintegrato un asteroide grande quanto il Colosseo a circa 11 MKM di distanza dalla Terra. E il satellite italiano Licia-Cube ha ripreso tutto. Ma non c'è stata nessuna diretta alla Armageddon. Gli scienziati hanno dovuto aspettare 3 (tre) ore prima di riprendere i contatti con il «computer di bordo». «Sono state le tre ore più lunghe della mia vita; - ci racconta David Avino, ceo di Argotec (Torino) che ha realizzato il mini-satellite per la missione NASA - il tempo non passava più. Poi sono arrivate le prime immagini ed è stata un'emozione indescrivibile. Tutt'ora ho talmente tanta adrenalina addosso che non sento nemmeno la stanchezza».
Già, perché dietro quelle immagini c'è un lavoro di anni e un team infinito di tecnici e ingegneri. Tutto racchiuso in una specie di drone spaziale, un satellite che misura appena 30 centimetri per 20 per 10. «Quando si va così lontano - spiega Avino - puoi studiare quanto vuoi ma sei sempre nello spazio profondo e può andare male qualsiasi cosa. Possono avvenire cose che non hai calcolato».
Cosa è successo nelle ore di silenzio, prima dell'impatto? È successo che di fatto ha guidato l'AI, l'intelligenza artificiale. Il software ha ricevuto i parametri ottimizzati in base alle sperimentazioni fatte in laboratorio. Il satellite LiciaCube ha iniziato a scattare fotografie da quattro minuti prima dell'impatto, viaggiando a una distanza di 50 chilometri e a una velocità di 7 chilometri al secondo. Poi ha puntato il suo obbiettivo e zac, ha ripreso perfettamente la scena in cui la sonda centra l'asteroide. Regia perfetta. Dall'impatto è scaturita una pioggia di polvere luminosa, come un flash, ben visibile in alcune delle 620 immagine riprese. Luminosa perché i massi e i detriti schizzati nello spazio dopo l'impatto hanno riflettuto la luce del sole, come se brillassero. Ora le immagini verranno studiate, fotogramma per fotogramma, per capire la natura dei materiali del meteorite.
E qualche soddisfazione più grande c'è del giorno della «missione compiuta» della prima prova di difesa planetaria? Quello in cui l'algoritmo progettato in ogni sua variabile funziona alla perfezione e anche di più?
Quello della sonda Dart è stato solo un test «Al momento tranquillizziamo tutti, possiamo dormire sonni tranquilli! - spiegano all'Agenzia Spaziale - Non c'è nessun rischio che un asteroide si diriga sulla terra. Ma ora sappiamo che, anche se dovesse mai capitare, siamo in grado di disintegrarlo».
«È un momento d'oro per le attività spaziali italiane, stiamo investendo tanto nello spazio e si vedono importanti ricadute in termini di missioni e anche di dialogo dell'Italia con i grandi player spaziali nel mondo» commenta il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia.
Ieri è stato il giorno dei festeggiamenti. Perfino l'home page di Google ha dedicato alla missione l'animazione della pagina. E anche Thomas Zurbruchen, associate administrator for the Science mission directorate della Nasa, ha fatto i complimenti alla squadra italiana: «Ci siamo svegliati con un enorme successo, ed enorme successo è stato anche di Licia-Cube».
Caption NASA:"Could humanity deflect an asteroid headed for Earth? Yes. Deadly impacts from large asteroids have happened before in Earth's past, sometimes causing mass extinctions of life. To help protect our Earth from some potential future impacts, NASA tested a new planetary defense mechanism yesterday by crashing the robotic Double Asteroid Redirection Test (DART) spacecraft into Dimorphos, a small asteroid spanning about 170-meters across" .
Nota: l'oggetto in primo piano è l'asteroide 65803 Didymos.MareKromium
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