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Pit-Chain in South-Western Pavonis Mons (possible True Colors; credits: Lunar Explorer Italia)
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Mars Local Time: 15:30 (middle afternoon)
Coord. (centered): 1,4° South Lat. and 245,1° East Long.
Spacecraft altitude: 254,6 Km (such as about 159,1 miles)
Original image scale range: 50,9 cm/pixel (with 1 x 1 binning) so objects ~1,53 mt across are resolved
Map projected scale: 50 cm/pixel
Map projection: EQUIRECTANGULAR
Emission Angle: 0,5°
Phase Angle: 56,9°
Solar Incidence Angle: 56° (meaning that the Sun is about 34° above the Local Horizon)
Solar Longitude: 116,2° (Northern Summer)
Credits: NASA/JPL/University of Arizona
Additional process. and coloring: Lunar Explorer Italia
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queste formazioni sono il prodotto di un fenomeno cosiddetto di "subsidenza"; esso si verifica quando, esistendo delle aperture (ceverne, condotti - tipo i "lava-tubes") sotterranee ed insistendo su di esse una struttura avente peso eccessivo, nel tempo la struttura superficiale "collassa" (crolla) su se stessa.
Ciò che accade, praticamente, è che le volte dei condotti e delle caverne sotterranee cedono sotto il peso delle strutture sovrastanti e quello che si trovava in superficie (una collina, un dosso o del semplice terreno roccioso - ergo qualcosa comunque di "pesante") sprofonda. Sulla Terra, parlando di subsidenza, abbiamo dei casi interessanti a Pozzuoli (vicino Napoli), a Venezia e, per quanto attiene le strutture artificiali troppo pesanti, pensate al Duomo di Milano.
Queste formazioni (quelle del tipo ivi ripreso) sono convenzionalmente denominate "(collapse)Pit-Chains", ossìa "catene di pozzi derivanti da collasso" e sono molto simili alle "(impact)crater-chains", ossìa alle "catene di crateri da impatto", le quali conseguono alla caduta di un corpo cometario o di un asteroide frammentatosi ma rimasto sostanzialmente compatto sino al momento del touch-down (per "compatto" dovete intendere che tutti i pezzi che lo formavano sono rimasti relativamente vicini gli uni agli altri e, talvolta, hanno viaggiato e sono precipitati al suolo in formazione sequenziale.
Se precipitano sequenzialmente formano una "impact-craters' chain"; se precipitano vicini ma sparpagliati, formano un "crater-cluster").
Le catene di pozzi derivanti da collasso e le catene di crateri da impatto sono, se le osservi dalla distanza, molto simili, ma le puoi distinguere con facilità operando un'osservazione ravvicinata. L'elemento discriminante è il bordo dei crateri rispetto al bordo dei pozzi: i bordi (rim) dei crateri da impatto sono RIALZATI rispetto al suolo e seguono un'inclinazione che ci dice (con una certa approssimazione ed in caso di impatti - relativamente - recenti) l'angolo di caduta del bolide (o dei bolidi). I bordi dei pozzi da collasso, invece, sono rivolti verso l'interno o, al limite, sono (più o meno) paralleli al piano dell'orizzonte.
I bordi dei crateri da impatto, inoltre e di regola, sono frastagliati; i bordi dei pozzi, invece, sono (sempre di regola) lisci.
Un abbraccio! PCF
Quindi quei pozzi delineano l'andamento del tunnel, interessante e curioso, chissà cosa conterrà l'interno.
Ciao e un abbraccio!
Giorgio
P.s.: Ciao Ufologo, quelle che intendi tu invece, sono sempre naturali(ammesso e concesso che anche queste lo siano)?
Per Giorgio: è il tempo e l'abitudine a consentirti di distinguere subito un profilo concavo da uno convesso. E' solo questione di tempo e di abitudine (comunque le ombre sono un grande aiuto, sempre).
Per Broken: non capisco la domanda. Tutte le foto che pubblichiamo sono positivi b/n o positivi colorizzati (come questa)...ma sempre positivi. Le differenze cromatiche indicano le diverse tipologie di e/o composizioni del suolo. In questo caso, il color arancio/marrone chiaro indica sabbie e polveri ad elevato contenuto di minerali ferrosi; il color grigio/argento, invece, indica superfici soggette a frequenti smottamenti (ad esempio cagionati da fenomeni sismici residuali, eolici, di collasso ulteriore e parziale e/o - più raramente - di gravity wasting) e/o superfici ad albedo più elevata del resto del paesaggio e quindi soggette a fenomeni di sovrasaturazione.
Un saluto! PCF