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The "Bright Dunes" of Thaumasia (CTX Frame - Enhanced Natural Colors; credits for the additional process. and color.: Dr Paolo C. Fienga - Lunexit Team)
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Le "Dune Luminose" di Thaumasia: per una Scuola di Pensiero si tratta di tubazioni, un tempo interrate, le quali sono state poi riportate alla luce dalla combinazione di azioni geologiche (da un lato) e meteorologiche (dall'altro). Tubazioni metalliche i cui scopi sono un mistero che, probabilmente, è destinato a rimanere tale.
Per altri Ricercatori, invece, si potrebbe trattare di spezzoni visibili di tunnel traparenti i quali, sempre a causa del concorso fra azioni geologiche (sismi, subsidenze, fratture tettoniche etc.) ed azioni meteorologiche (piogge torrenziali, alluvioni, venti et sim.), sono "emersi" dalle profondità del Pianeta Rosso sino a rendersi, in parte, visibili.
Per altri ancora, infine, si potrebbe trattare delle strutture che reggevano i tunnels di cui sopra (diciamo gli scheletri di queste ipotetiche costruzioni).
Per la NASA, si tratta di "ripples", ossìa di dune costituite da sabbie rapprese e, nel tempo, divenute simili a rocce (ancorchè - relativamente - fragili).
L'ESA è d'accordo con questa costruzione ma - e diremmo "ovviamente" - nè la NASA, nè l'ESA spiegano il motivo di questa albedo così inusuale per delle strutture rocciose.
Noi, come Gruppo di Ricerca Indipendente, riteniamo che queste strutture sìano, di fatto, dei rilievi naturali. Il motivo della loro "luminosità", come Geologia e Razionalità ci suggeriscono, dovrebbe essere ricercato - prima di lasciarsi andare a teorizzazioni esotiche (e prive di fondamenta) - nella composizione di questi rilievi. Svariate aree di Marte "brillano" e, come Spirit stesso ha già evidenziato, la superficie di Marte è ricca di sali e di sostanze aventi una natura ed una struttura cristallina.
Forse, prima di pensare a "tubi" e "tunnel", varrebbe la pena di pensare anche a sali, quarzi, superfici vetrificate e - perchè no? - ghiaccio.
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