True Planets

11 Marzo 2009

La Costellazione di Andromeda (della Dott.ssa Paola Borghi)

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Andromeda, una piccola costellazione situata nell’Emisfero Nord Celeste (o Cielo Boreale), è facilmente rintracciabile grazie alla sua vicinanza con Pegaso: prolungando la diagonale di quest’ultima a partire dalla stella Markab si arriva, infatti, ad incrociare Sirrah, un astro un tempo condiviso tra le due formazioni, ma ormai considerato a tutti gli effetti come parte di Andromeda.

Andromeda è una costellazione autunnale e, in quanto tale, raggiunge il suo punto di massima visibilità nel mese di Novembre; Andromeda, poi, è anche una costellazione “antica”, ed infatti già Claudio Tolomeo la elencava fra le 48 Costellazioni contemplate dalla sua storica opera astronomica: l’Almagesto.

I greci narrano che Andromeda era una bellissima principessa, figlia dei sovrani Etiopi Cefeo e Cassiopea (nota: all’epoca l’Etiopia era un territorio compreso fra la Palestina ed il Mar Rosso e, quindi, una terra molto distante dall’Etiopia attuale).

La regina d’Etiopia, Cassiopea, era una donna molto bella, ma estremamente arrogante e vanitosa; arrogante e vanitosa al punto da sostenere di essere più bella perfino delle Nereidi, le cinquanta ninfe marine figlie di Nereo, tra le quali vi era anche Anfrite, sposa del Dio del Mare Poseidone.
Le Nereidi, offese dalle esternazioni di Cassiopea, si rivolsero prontamene a Poseidone affinché questi punisse la vanità di Cassiopea.

Detto e fatto: (d’altronde si sa quanto le Divinità della Grecia antica fossero vanitose e suscettibili…) Poseidone, senza pensarci troppo, mandò un terribile mostro a razziare le coste dell’Etiopia, terrorizzandone le genti.

Il re Cefeo, colto di sorpresa ed impotente davanti ad un tale evento, si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare il modo di placare le devastazioni.
Il responso, come la Tradizione Epica ci narra, fu tanto semplice, quanto tragico: per quietare il mostro, Cefeo doveva sacrificare la sua figlia vergine, Andromeda.

E fu così che la povera fanciulla, a causa della vanità della madre, fu incatenata ad una roccia battuta dalle onde e servita quale “regale (e sacrificale) banchetto” al mostro.

Fortunatamente però, Perseo, il Mitico Eroe Greco figlio di Zeus, mentre stava tornando dal paese degli Iperborei – laddove aveva appena decapitato Medusa, la gorgone i cui capelli erano degli orribili serpenti ed il cui sguardo poteva pietrificare chiunque lo incrociasse – e si trovava a transitare per quelle regioni, vide la fanciulla in catene e se ne innamorò.

Perseo si offrì anche di uccidere il mostro e liberarla, se Cefeo gliel’avesse concessa in sposa. Ed i Sovrani d’Etiopia, sebbene a malincuore, decisero di acconsentire.

Con i sandali alati che Ermes stesso gli aveva donato, Perseo si avvicinò al mostro e dalla sua bisaccia estrasse la testa di Medusa la quale, anche allorchè spiccata dal corpo della malvagia gorgone, aveva mantenuto il suo letale potere pietrificante.
Il mostro marino la guardò, e morì all’istante, mentre Andromeda fu ben felice di sposare Perseo, l’Eroe che le aveva salvato la vita.

Ma le tribolazioni non erano ancora finite!

Cassiopea infatti, insieme ad Agenore (o forse Fineo, secondo alcuni), già promesso sposo di Andromeda, tramò contro l’unione di sua figlia con Perseo, ma invano: ancora una volta, infatti, Perseo si salvò estraendo la testa di Medusa e la mostrò a Cassiopea la quale – dobbiamo dire finalmente! – divenne una statua.

I due giovani sposi, quindi, partirono per la Grecia, laddove ebbero numerosi figli e, alla loro morte, Atena li trasformò in Costellazioni.

Anche il poeta latino Ovidio narra questo mito all’interno delle sue Metamorfosi, con un’unica variante legata alla vista di Andromeda da parte di Perseo.

In un primo tempo, infatti, l’Eroe scambiò la fanciulla per una statua di marmo. Ma il vento che le scompigliava i capelli e le lacrime che le rigavano il volto svelarono al giovane la natura umana di Andromeda.

Perseo di avvicinò alla ragazza e le chiese come si chiamava e perché fosse stata incatenata lì, ma, per timidezza, Andromeda non rispose. Perseo insistette nell’interrogarla e, alla fine, la principessa, per timore che il suo silenzio fosse scambiato per l’ammissione di una qualche terribile colpa, gli raccontò la sua triste vicenda.
Perseo, commosso e già innamorato, chiese ai sovrani Etiopi di averla in sposa dopodichè, ottenuto il loro consenso, uccise il mostro.

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La costellazione di Andromeda è composta da α Andromedae (la già citata Sirrah, che è anche la stella più luminosa della costellazione), β Andromedae (o Mirach), γ Andromedae (o Almach: una stella multipla) ed infine da υ Andromedae, una stella che si è recentemente scoperto essere dotata di un sistema planetario formato da almeno tre pianeti.

All’interno della costellazione di Andromeda si trova l’omonima galassia, detta anche Messier 31, che è l’oggetto più lontano dalla Terra il quale risulti visibile ad occhio nudo.
Messier 31 è un’enorme spirale, simile alla Via Lattea, ma più grande e situata a circa due milioni di Anni Luce da noi.
Recenti ed accurate osservazioni – effettuate con il Metodo noto come “Blue Shift” – hanno anche evidenziato come la Galassia di Andromeda appaia in rotta di collisione con la Via Lattea – un evento che dovrebbe occorrere fra circa tre/quattro miliardi di anni e che, molto probabilmente, vista la ridotta velocità dei due oggetti celesti, darà luogo ad un fenomeno di commistione non traumatica (ergo alla formazione di un’unica galassia gigante – cd. Supergalassia).

Da notare che Messier 31 è caratterizzata (sia circonferenzialmente e sia, si suppone, in prossimità del suo curiosissimo DOPPIO nucleo) da una fascia di materia oscura e dall’apparenza lattiginosa. Una fascia probabilmente determinata dalla presenza di materiale proto-galattico, rimasto libero (riteniamo che si tratti di polveri, in larga misura).

La Grande Galassia di Andromeda, inoltre, è accompagnata da due piccole Galassie Satelliti (anch’esse ellittiche) le quali, nel loro insieme, formano un piccolo gruppo che rientra nella Classe di quelli che vengono comunemente definiti come “Galaxy Clusters” (ossìa “ammassi di galassie”).

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Ci fa piacere ricordare, infine, l’esistenza di una curiosa suggestione letteraria indotta da questa Costellazione e dalla Grande Galassia di Andromeda, la quale ha portato alla realizzazione di due intriganti opere, poi trasposte in versione cinematografica: “The Andromeda Strain” (un film molto cupo e particolare, tratto dall’omonima novella di Michael Crichton – datata 1969 – e realizzato nell’ormai lontano 1971 – da notare che ne esiste anche un remake in versione “miniserie”, datato 2007 e prodotto dai fratelli Tony e Ridley Scott) e quindi il romanzo “A, come Andromeda”, di John Elliot – datato 1962 –, anch’esso trasposto in un affascinante sceneggiato in cinque puntate, prodotto e trasmesso dalla RAI, nel 1972 (il cui cast includeva alcuni nomi celebri del teatro e del cinema italiano dell’epoca, come Tino Carraro, Paola Pitagora, Luigi Vannucchi e Giampiero Albertini).

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