True Planets

21 Settembre 2008

Falso, Falsissimo – Vero, Verissimo! di Paolo C. Fienga & Gianluigi Barca

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“…la Vita non è fatta solo di Bianco e di Nero. Se così fosse, allora tutto sarebbe – relativamente – semplice. Ma non è così. La Verità è che la Vita, tra i suoi infiniti colori, ci mostra anche infinite tonalità di Grigio.

E noi, chissà come mai, non riusciamo a riconoscerle…”

***

Cari Amici,

e qui, oltre al Gruppo “Lunar Explorer Italia”, mi riferisco in particolar modo ai Cari Colleghi Riccardo Giuliani e Carlo Contu i quali, con le loro domande, ipotesi e valutazioni, mi hanno spinto a prendere in mano la penna, ed a scrivere questa specie di “Lettera Aperta”.
Grazie ai loro spunti ho avuto l’occasione e la necessità, in questi giorni, di prendere in mano e di valutare, grazie al consueto (e preziosissimo) aiuto/contributo del Dr Gianluigi Barca, una marea di fotografie “spaziali” NASA (ed, da qualche anno, anche tantissimi frames ESA) che, a ben guardare, potrebbero essere TRANQUILLAMENTE definite come “tarocchi“.

Tarocchi” e cioè “falsi“.

Ma la parola “falsi”, a mio parere, è – allo stesso tempo – troppo forte e troppo riduttiva per questa particolare tematica; una tematica che, come sapete, tiene banco dai giorni in cui uscì nelle sale di tutto il Mondo il film (cult) “Capricorn One“: un film che, raccontando la storia di una falsa missione verso Marte, di fatto metteva in dubbio l’autenticità dell’intero Programma Apollo-Luna.

Da quei giorni (e sono passati, mi pare, più di trent’anni), una marea di persone (qualche Scienziato, tanti Ricercatori, moltissimi Professionisti dell’immagine e – letteralmente – una MOLTITUDINE di Appassionati e di Fans dello Spazio) si sono sentite in Diritto/Dovere di intervenire e di dire la propria sulla vexata quaestio.

La domanda era ed è sempre stata una e molto semplice; essa recita: “le immagini NASA – in generale – e le immagini Apollo-Luna – in particolare – sono rappresentative di una realtà, oppure sono solo dei falsi?

Ed il risultato finale di questo “brainstorming” planetario, durato – appunto – almeno trent’anni ed ancora ben lungi dall’essersi esaurito quale è stato? Ebbene il risultato che questi interventi hanno prodotto (e qui mi viene da dire “come era ovvio che fosse”…) è stato devastante.
E’ stato ed è ancora devastante.

Perchè?
Perchè, dopo qualche approccio “serio e sano” alla Materia (operato, ad esempio, richiedendo al Lunar and Planetary Institute, o al National Space Science Data Centre – o anche al Public Affairs Media Office della NASA – una copia dei negativi Apollo e/o le versioni non compresse dei files Apollo digitalizzati), la maggior parte delle persone coinvolte in questa disputa un pò “tecnica” ed un pò (o forse molto, a dire il vero) “ideologica“, hanno abbandonato la strada del confronto storico e scientifico e si sono fortemente focalizzate sul suo aspetto meramente ideologico.

Insomma: il quesito, negli anni, è passato da un semplice “le foto dello Spazio ed in arrivo dallo Spazio erano/sono vere o false?” ad un molto più complesso (e sgradevole) “ma le Missioni Apollo (e successive, non necessariamente relazionate alla conquista della Luna) erano/sono vere o false?…

Un bel “cambio di angolo visuale”, direi…

E’ da questo approccio che sono nate alcune correnti di pensiero le quali, ancora oggi, tengono banco.
Semplificando, direi che ci sono le correnti (cosiddette) “complottiste“, per le quali la NASA (e non solo) ha SEMPRE venduto e DA SEMPRE vende “fumo & baggianate” (dal contenuto delle varie Missioni alle Scoperte che esse ci avrebbero consentito di fare etc.), in contrapposizione alle quali si sono sviluppate altre correnti, che potrei definire “positiviste” (o “scientiste“), per le quali la NASA (e non solo) ha SEMPRE DETTO LA VERITA’, TUTTA LA VERITA’ E NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’ (idem c.s.: dai contenuti, ai “findings”, come dicono a Pasadena) sulle Missioni Spaziali, partendo dal Progetto Mercury, passando dai Progetti Gemini ed Apollo e sino ad arrivare ai Mars Exploration Rover ed all’Orbiter Mars Reconnaissance.

Un corollario logico dell’approccio bipolare di cui sopra va rinvenuto nella attendibilità/genuinità delle immagini relative a tutte le Missioni Spaziali.
Secondo l’approccio “complottista“, quindi, TUTTE LE IMMAGINI (o, comunque, la loro stragrande maggioranza) giunte a noi DALLO SPAZIO, sono FALSE o PESANTEMENTE MANIPOLATE, mentre secondo l’approccio “positivista“, TUTTE le IMMAGINI “from Space” (nessuna esclusa) sono GENUINE.

Ora, se posso essere sincero con Voi, Vorrei dire subito che questo Approccio “Bipolare” è errato a priori, poiché logicamente difettoso.

Le variabili Scientifiche, Sociali, Politiche, Economiche e, ovviamente e soprattutto, Tecniche non considerate – o valutate come trascurabili – dai “complottisti” sono innumerevoli e quindi, almeno a parer mio, le correnti complottiste sono tanto affidabili e “politically correct” quanto lo sono le dichiarazioni di un Candidato alla Casa Bianca (o anche al nostro Parlamento) in periodo pre-elettorale (e non so se mi spiego…).

Ma anche i “positivisti“, con tutta la loro (rigida, rigorosa e, sovente, pure pedante e tracotante) pragmaticità, nel sostenere la posizione secondo cui la NASA (ed anche l’ESA, certo) sono tanto “candide ed innocenti” quanto il Velo della Madonna, peccano di semplicismo e di strabismo storico-scientifico.
E si: perchè sono proprio i “positivisti” (e cioè, ripeto: coloro i quali sostengono a spada tratta ed a 360° l’assoluta immacolatezza intellettuale delle Agenzie Spaziali) ad ignorare – direi da 40 anni almeno – i colossali volumi di silenzi, di reticenze, di anomalìe e di questioni meramente tecniche irrisolte (rectius: rimaste senza risposta) che hanno costellato e tutt’ora costellano il panorama dell’Esplorazione Spaziale.

Ora non vorrei tediarvi (e tediarmi) racontandoVi per filo e per segno i “punti di caduta” logici e tecnici che caratterizzano le posizioni delle due fazioni (si, le chiamo “fazioni” perchè è quello che sono), per cui mi limito a fare qualche riflessione e puntualizzazione:

1) sostenere che TUTTO IL PROGRAMMA SPAZIALE NASA (ma soprattutto NASA/APOLLO) è FALSO, è una posizione tanto estremisticamente sciocca quanto lo è quell’altra, diametralmente opposta alla prima, secondo cui su TUTTO IL PROGRAMMA SPAZIALE NASA (ma soprattutto NASA/APOLLO e NASA/Mars Orbiters) è stata detta TUTTA LA VERITA’ e SOLAMENTE la VERITA’.
Sono due posizioni antitetiche (o bipolari, come piace dire a me), schizoidi, estreme ed estremiste – in termini e contenuti – e quindi, in quanto tali, sono due posizioni viziate: da miopìa scientifica/tecnica/sociale e politica quella dei complottisti e da strabismo scientifico, politico, economico e storico quella dei positivisti.
Sono due posizioni largamente eccessive ed erronee insomma. Forse addirittura “erronee in nuce“;

2) la LARGHISSIMA MAGGIORANZA delle scoperte fatte durante gli ultimi quarant’anni di esplorazione spaziale, viste le implicazioni di natura certamente Scientifica ed Economica e, molto probabilmente, anche Sociale e Politica che esse involgono e coinvolgono, integrano (per la NASA e dunque per gli Stati Uniti d’America, almeno) la caratterizzazione di “Highly Sensitive Information” (Informazioni Delicatissime), ossìa informazioni che – LADDOVE INTERAMENTE DIVULGATE – potrebbero costituire o trasformarsi in una Minaccia al Paese (agli Stati Uniti d’America, tanto per essere chiari)”.

Esse quindi, premesso quanto sopra, IN LARGHISSIMA MISURA NON SONO STATE RESE NOTE AL GRANDE PUBBLICO (sono state “secretate”, come si dice in gergo); gli Astronauti del Programma Apollo sono stati “silenziati” ed il materiale RAW & Genuine (crudo ed originale) è stato, pure in larga misura, “riposto” – il tutto in barba al “Freedom of Information Act”.
La recente “bufala” secondo cui la NASA avrebbe – letteralmente – “perso” i files Apollo originali non la considero né commento poiché, e qui parlo per scienza diretta, alla NASA non si perde nulla.
Mai.

Ciò detto e premesso, ne consegue logicamente che noi sappiamo – forse – il 5% della Verità. E con il 5% della Verità in mano…non si va mai troppo lontano (sorry per la rima baciata).

Ora, se queste asserzioni/punti fermi fossero esatte/i, il resto scaturisce naturalmente e logicamente, ed io lo riassumerei così: PUR ESSENDO TUTTE LE MISSIONI SPAZIALI AUTENTICHE E GENUINE (dal 1959 ad oggi), NON TUTTE le informazioni (FOTOGRAFIE INCLUSE ed IN PRIMIS) divulgate dalla NASA (o dall’Ente Spaziale Sovietico e/o dall’ESA) e relative a dette missioni sono autentiche e genuine.
O, se Vi piace di più, possiamo dire che NON TUTTE LE INFORMAZIONI RILASCIATE dagli Enti Spaziali in riguardo alle scoperte fatte SONO COMPLETE.

Certo, per alcuni Scrittori e Pensatori, fornire (deliberatamente) un’informazione incompleta EQUIVALE a fornire un’informazione scorretta (rectius: errata), ma io non sono così “integralista”… Io mi limito a dire e RIBADIRE che noi, Ricercatori ed Appassionati, oggi, abbiamo davanti un panorama LARGAMENTE INCOMPLETO e, quindi, INSUFFICIENTE a legittimare prese di posizione radicali.
Radicali in tutti i sensi.
Ed il mio primo e maggiore suggerimento, a questo punto, consiste nell’invitare la Comunità dei Ricercatori (e soprattutto quella degli Amateurs Scientists), un pizzico di cautela e di legittimo possibilismo.

Ok, come premessa alle domande ed agli spunti di Riccardo e Carlo, quanto detto mi pare più che sufficiente. Ora vengo (finalmente) alla questione “immagini”.
Il nucleo della questione, a parer mio, è questo: di “immagini manipolate“, “distorte“, “false tout-court” etc. TRA le immagini RESE PUBBLICHE dagli Enti Spaziali che vanno per la maggiore, A MIO UMILE PARERE (e SOTTOLINEO MIO, così non coinvolgo Amici e Colleghi in questa posizione che, di certo, farà inquietare molte persone), NON POSSONO NON ESSERCENE!

Il problema consiste solo nell’intendersi sul significato delle parole: cosa vuol dire che un frame è “falso”? Cosa vuol dire, ad esempio, immagine “ritoccata”? O “migliorata”? O “esasperata”?

Proviamo a ragionarci sopra…

Che cos’è una “fotografia”?
Allora: io penso che essa sia una semplice “rappresentazione della Realtà”. Ed una fotografia GENUINA è una semplice “rappresentazione della Realtà così come essa è (in un determinato momento)”.
E qual è il “valore” di una fotografia genuina?
Esso – sempre a mio parere – va rinvenuto nel fatto che una fotografia genuina consente ANCHE A CHI NON ERA PRESENTE di osservare, EX POST, una DETERMINATA REALTA’ COSI’ COME ESSA ERA/APPARIVA AL MOMENTO DELLO SCATTO.

Una montagna, un volto, una festa di compleanno, un lungomare, il Mare della Tranquillità, la Valles Marineris…etc.: concettualmente non cambia nulla: una fotografia genuina di uno qualsiasi dei luoghi/eventi sopra menzionati RAPPRESENTA IL LUOGO/EVENTO COSI’ COME ERA ALL’ATTO IN CUI LA FOTOGRAFIA STESSA VENIVA SCATTATA.
Di più (così arriviamo alla Definizione Finale): una Fotografia Genuina RAPPRESENTA LA REALTA’ (rectius: UN FRAMMENTO DI REALTA’) COSI’ COME ESSA SI MANIFESTA (nel suo aspetto “visibile”) IN UN DETERMINATO MOMENTO.

Se questa è la Definizione (o Postulato, o Teorema di Base, decidete Voi), allora vediamo subito un Portato (o Corollario): se una Fotografia viene ALTERATA (intervenendo sull’oggetto/evento ripreso, o sui suoi colori, o su alcuna delle caratteristiche – marginali e/od essenziali – che, definendolo, definiscono la Realtà alla quale esso accede e di cui esso costituisce espressione), il risultato finale è definibile come FALSO.
Più chiaramente: UNA FOTOGRAFIA MANIPOLATA (anche a fini “migliorativi, come la NASA e noi stessi, tante volte, facciamo e dichiariamo) E’ UNA FOTOGRAFIA FALSA.

Ora io non credo che questo approccio possa essere, da un punto di vista squisitamente logico, seriamente attaccato; però mi rendo conto che esso è un po’ estremo ed allora…Provo a fare qualche precisazione ed a stilare una sorta di “Classifica” dei Livelli di Genuinità (o, se volete essere “radicali”, dei Livelli di Falsità) delle fotografie (dal frame RAW, ossìa genuino e crudo, al frame falso al 100%, passando attraverso alcuni stadi/livelli di manipolazione).

Una “Classifica” mia e solo mia (sempre per non coinvolgere altri “innocenti pensatori” nelle e con le mie personalissime idee ed elucubrazioni):

Livello 1: è la Fotografia RAW (cruda). Diciamo che essa è, a mio parere, un “Frammento – una porzione, definita in termini di tempo e Luogo – della Pura Realtà”, tradotto e “fissato” in un’immagine;

Livello 2: Fotografia Migliorata SENZA ALTERAZIONE DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI RIGUARDANTI E CARATTERIZZANTI LA REALTA’ RIPRESA (e cioè SENZA OPERARE AGGIUNTE o CANCELLAZIONI (exx.: una fotografia desaturata o saturata; corretta di eventuali difetti “fisici” – tipo graffi della pellicola originale –; riveduta nei colori e nei contrasti etc.).
Essa è un’immagine che, pur non essendo TOTALMENTE GENUINA, resta comunque ATTENDIBILE nei contenuti;

Livello 3: Fotografia Migliorata CON ALTERAZIONE DI ALCUNI ELEMENTI FATTUALI (SIGNIFICATIVI, MA NON ESSENZIALI) RIGUARDANTI E CARATTERIZZANTI LA REALTA’ RIPRESA (exx.: un classico è nel miglioramento delle caratteristiche somatiche di un volto – far “sparire” un brufolo o una ruga è prassi assai comune… –, oppure nella “cancellazione” di un dettaglio non voluto, fuori luogo o “fastidioso” ovvero nell’aggiunta di un dettaglio voluto ed appropriato, ma mancante NELLA REALTA’ all’atto della ripresa – quanti “tramonti” e quanti “stormi di candide colombe” sono stati aggiunti sullo sfondo di fotografie che rappresentavano una giovane coppia di sposi nel giorno delle nozze?!?).
Diciamo che questa immagine è stata AMPIAMENTE RITOCCATA e dunque è SOLO PARZIALMENTE ATTENDIBILE;

Livello 4: Fotografia MARGINALMENTE ALTERATA (ossìa un’immagine rappresentativa di una Realtà che è stata appena ritoccata, non necessariamente a fini migliorativi o meramente estetici, ora aggiungendo ed ora cancellando “DETTAGLI” SIGNIFICATIVI e/o ESSENZIALI della realtà ripresa – exx.: scatto una fotografia di una catena montuosa e poi “taglio” un rilievo minore o ne aggiungo un altro).
Questo tipo di fotografia, rappresentando una REALTA’ che è tale SOLO IN PARTE, integra un Falso di Livello 3;

Livello 5: Fotografia RADICALMENTE ALTERATA (ossìa un’immagine rappresentativa della Realtà che è stata ESSENZIALMENTE RIVEDUTA E CORRETTA, non a fini migliorativi o meramente estetici, mediante aggiunta e/o cancellazione di ELEMENTI “PRINCIPALI”, nonché SIGNIFICATIVI ed ESSENZIALI della realtà ripresa – exx.: scatto una fotografia di una catena montuosa innevata e poi “elimino” la neve e la sostituisco con foreste; oppure aggiungo (o elimino) le tracce di urbanizzazione visibili etc.).
Questo tipo di “correzione” – molto comune nelle brochures riguardanti luoghi di villeggiatura, di regola esotici –, rappresentando una REALTA’ che è tale SOLO in MINIMA PARTE, integra un Falso di Livello 2;

Livello 6: Pseudo-Fotografia (ossìa un’immagine SOLO APPARENTEMENTE RAPPRESENTATIVA di una realtà che, di fatto, nel Mondo Fisico NON ESISTE): questo tipo di immagine (che chiamiamo “fotografia” impropriamente), sia che sia stata creata  a fini artistici, o meramente culturali e/o didattici, sia che sia stata creata “per ingannare”, costituisce comunque un Falso di Livello 1, o Falso Radicale.

Ed ora andiamo a vedere un esempio di immagine NASA (o ESA) per ognuno dei Sei Livelli sopra definiti…

Fotografia RAW (genuine RAW Frame) – Apollo 15 Mission (Hadley Hill)

AS15-88-11905HR.jpg

Fotografia MIGLIORATA (EMPROVED QUALITY – but still genuine – Frame) – Clementine Mission

Hyginus N.jpg

Fotografia MIGLIORATA con ALTERAZIONI (HIGHLY EMPROVED frame – NON genuine) – Photomosaic Apollo 17

apollo17.jpg

Fotografia ALTERATA MARGINALMENTE (slightly ALTERED frame – Third Level False) – Mars: MER Opportunity

OPP-SOL919-1N209771930EFF758ZP0785R0M1.jpg

Fotografia ALTERATA RADICALMENTE (heavily altered frame – Second Level False): fotomontaggio di Ed Hengeveld (NASA)

AS11-40-5863-69.jpg

Pseudo-Fotografia (Fake – First Level False) – Ricostruzioni Digitali di frames orbitali RAW Mars Express Orbiter

ob_18_mesa_p.jpg

 

http://www.esa.int/externals/images/ob_18_mesa_v.jpg

 

http://esamultimedia.esa.int/images/marsexpress/054co01JuventaeChasma_H.jpg

 

http://esamultimedia.esa.int/images/marsexpress/311-230906-3253-6-3d5-Cydonia_H.jpg

 

Ora, gli esempi ci sono e tanti (tantissimi altri!) ne potrei proporre ma…A che servirebbe?
Questa chiacchierata aveva un solo scopo: fare (o almeno “Provare a fare”) un po’ di chiarezza su un tema che pare essere allergico ai “punti fermi”.
Io non so se Vi ho fornito sufficienti elementi di riflessione e qualche “Prova” di come funziona il meccanismo del “vero – quasi vero – poco vero – piuttosto falso e falso”, ma la mia speranza è che Voi possiate leggere oltre le mie parole ed oltre le mie – inevitabili – imprecisioni.
Mi auguro che quanto scritto NON VENGA – come è di recente accaduto – strumentalizzato o interpretato capziosamente.
Non mi illudo di aver esaurito l’argomento né credo di essere giunto alla Verità, ma sono tuttavia sicuro di averVi fornito un parere intellettualmente onesto, motivato e sostanziato.

E se mi chiedeste, alla fine ed in piena sincerità, qual è la mia opinione personale sul “complottismo” e lo “scientismo”, che cosa potrei dirVi?

Come un Caro Amico mi ha ricordato qualche giorno fa, la Verità, spesso (o quasi sempre, o addirittura sempre…a seconda degli indirizzi filosofici che si prediligono) “sta nel mezzo”.
Si certo. Come no.

Anzi: forse.

Ma, comunque sia, io, in quanto Ricercatore Indipendente (e, ritengo, intellettualmente onesto), alla fine della chiacchierata (di QUALSIASI chiacchierata), una posizione DEVO prenderla.
DEVO prenderla per ragioni di correttezza (verso Voi Lettori), per onestà (verso Voi e me stesso) e per coraggio (perché, in giro, ne vedo poco).
Altrimenti, a stare sempre “in mezzo” e limitarmi a sentire gli altri che cosa dicono e raccontano, ed a guardarli mentre si “scannano” (anche virtualmente), è troppo facile.
Ed è troppo comodo.
Dunque, per quanto attiene il “complottismo” e lo “scientismo”, credo che si tratti di due becere derive intellettuali le quali, in un – mi auguro non troppo distante – Futuro Illuminato, verranno ricordate come un retaggio della gretta ignoranza (l’una) e di un’esasperata ed arrogante visione antropocentrica del Cosmo e delle “cose dell’Universo” (l’altra).

E la Verità sulle Missioni e sulle loro “evidenze” (dalle fotografie alle scoperte)?
La Verità, a mio parere, è che tutte le Missioni Spaziali sìano state e sono autentiche.
Anzi: probabilmente ce ne sono state e ce ne sono (attualmente in corso) anche altre, di cui l’Opinione Pubblica non sa ASSOLUTAMENTE nulla…

Le immagini. Le immagini, una volta fatte tutte le considerazioni dedotte in questo scritto, va da sé che sono da reputarsi “fondamentalmente genuine”, con i distinguo che ho cercato di esplicitare.

Se poi mi si chiede “che cosa la NASA stia nascondendo”, allora il discorso cambia ancora e qui, a questo riguardo, una risposta non posso darvela.
La Verità, sulla tematica dell’occultamento (o del “cover-up”, come piace dire a tutti), è quanto mai sottile e sdrucciolevole ed io, un po’ per professione ed un po’ per piacere e per diletto, cerco di perseguirla.

Ma dopo parecchi anni di Ricerca, l’unica conclusione (interlocutoria) alla quale sono giunto, è che di Verità, a questo Mondo, non ce n’è mai stata e non ce ne sarà mai abbastanza da soddisfare tutti.

E forse, viste e considerate le conseguenze che potrebbero derivarne conoscendola tutta, è molto meglio così…

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8 Settembre 2008

Elementi di Anomaly Hunting, con speciale riguardo al “Caso dell’Asteroide 433-Eros” – di Paolo C. Fienga, Gianluigi Barca & Lunexit

Filed under: Articoli — info @ 16:05

Considerazioni Generali sull’Anomaly Hunting

Non credo che esista un Lavoro nel quale l’Oggettività (intesa come “Assenza di Pregiudizio”) non abbia un peso.
Certo, è vero che ognuno di noi possiede degli “Elementi Fondamentali” – e cioè tutte quelle Nozioni, Idee, Capacità Associative ed Interpretative etc. – sui/sulle quali “fonda” (appunto) il suo Pensiero ed il suo Lavoro, ma è pur vero che questi “Elementi Fondamentali”, per essere davvero tali – e per diventare delle valide Fonti di Scienza e Conoscenza – devono essere coltivati.
E questo quindi significa che essi devono svilupparsi, aggiornarsi, rivedersi e correggersi e poi chissà, magari nel tempo, cambiare.
Trasformarsi.
A volte, addirittura, capovolgersi.

Molti Autori Moderni e qualche Lab-Rat (vedi nota 1) ritengono il “cambio di opinioni” (la mutatio consilii, come diceva – mi pare – Seneca) un fatto disdicevole.
Una sorta di “oggettivazione dell’incertezza”.

Ma a mio avviso non è così. Non è così perché la Crescita Umana Individuale, al pari di quella Professionale, passa attraverso il cambiamento.
Ed il cambiamento, se è vero che, talvolta, può essere minimo, quasi impercettibile, è pur vero che, altre volte, è travolgente e sconvolgente.
Ciò che per noi, ieri, era bianco, oggi diventa nero (o viceversa); quello che, sino a poco tempo fa, ci  appariva limpidissimo, improvvisamente diventa nebuloso (e viceversa).
E così pure qualcosa che, da lungo tempo, ritenevamo incontestabile, in un istante diventa questionabile (e, naturalmente, viceversa).

Nota 1: con questa espressione mi riferisco non solo a Ricercatori Professionisti e Scienziati che riducono il loro mondo alle mura del laboratorio in cui lavorano, ma anche quei Ricercatori, pure Professionisti, i quali, in virtù del/i Titolo/i e della Posizione, rispettivamente, acquisito/i e posseduta, ritengono, quale che sia la Materia trattata ed a prescindersi dalla loro effettiva specializzazione, di poter intervenire e parlare “Ex Cathedra” su TUTTI gli Argomenti definibili come “Scientifici” (anche in senso lato), trattando tutti gli altri interlocutori alla stregua di imbecilli

Ma anche questi “sconvolgimenti”, allorché accadono, possono essere eventi formativi; possono essere fonte di miglioramento e di crescita – nei due sensi anzidetti –, a condizione che, dietro al loro accadere, esista un processo di “revisione dei dati”, o magari un (anche radicale) “cambio di angolo visuale” degli eventi.

Insomma deve esistere un qualcosa di “oggettivo” e non un tanto semplice, quanto ingiustificato ed immotivato, “cambio d’opinione” (eccoVi un esempio classico e comune a tante conversazioni fra adolescenti:”…Hai cambiato idea! Perché?” risposta “Perché mi andava così”. (sic!)

L’Oggettività, dunque, sia nel “mantenimento di una posizione”, sia nel “cambio di posizione”, DEVE ESSERE UN ELEMENTO PERSISTENTE.
Un ELEMENTO FONDAMENTALE di e per qualsiasi processo Logico, sia che esso possa essere qualificato come investigativo, conoscitivo e/od interpretativo, sia che esso appartenga alla schiera dei processi meramente descrittivi.

L’Oggettività è il Genitore (unico e solo, a parere di chi scrive) della Razionalità.

E l’Oggettività, nel Lavoro di Ricercatore operante nell’immenso Campo dell’Anomaly Hunting (come in qualsiasi altro Lavoro in cui, probabilmente, la componente “teorica e tecnica” non può dissociarsi da quella “intellettuale ed etica”) è essenziale.

Ma l’Oggettività, si sa, non è un “qualcosa di fisico”, che si può “prendere e mettere in tasca” (o meglio: dato che essa esprime una qualifica “interna” dell’individuo, diciamo che non è una “pillola” che può essere presa quando si vuole o quando è assolutamente necessario).

L’Oggettività, a mio avviso, è una Virtù (coltivabile) e, come tutte le “Virtù”, non è detto che “ci si nasca” con essa.
Diciamo che la si può maturare, coltivare e rafforzare, nel tempo e con il sacrificio.

Certo la si può mantenere, anche in circostanze difficili (sempre nel tempo e – va detto – con MOLTO sacrificio…) e quindi – come ovvio – la si può anche perdere (e, quando questo accade, vuol dire che si è avviato un processo irreversibile il quale, tra le altre cose, è degenerativo, difficilmente rallentabile e regolarmente produttivo di “metastasi logico-deduttive” di impressionante portata).

Già, direte Voi, “ma come si perde l’Oggettività (o l’Obbiettività, se preferite)?

In mille modi.

La si può perdere per “fame” di profitto (sostenere una posizione incongrua o assurda, nel caso in cui tale supporto “frutti” un po’ di quattrini, non è certo un fenomeno raro…); oppure la si può perdere per mera “simpatia/antipatia” che si nutre verso o contro un Autore, una Tesi o una Corrente.

La si può perdere per “arroganza”, per “superbia” o per “stupidità”.

E la si può perdere anche per “rancore”, o magari a seguito di una disputa piuttosto accesa.

E come sono le conseguenze (derivanti dalla perdita di Oggettività)?

Devastanti.

Tanto per rimanere nei casi più frequenti ed eclatanti (perdita di Oggettività per profitto e/o per antipatia), se il Lavoro viene svolto non solo – o non più – come “in favore di” o “per” un Valore (ad esempio: in favore o per il Sapere Comune; o magari in favore della Verità, o della Scienza Positiva etc.), ma “a fronte di” un compenso (che può essere un conguaglio economico o una mera “soddisfazione morale”) oppure – e meramente – “contro” (qualcuno o qualcosa), esso INEVITABILMENTE sfiorisce e muore.

Perde di senso.

Perde il suo “scopo”, la sua “intima ragione” di essere e di esistere.
E quindi diventa inutile.

Ora, tanto per ritornare (e rimanere) nel nostro Campo, diciamo che, ad esempio, il fatto di scrivere un Trattato “Pro Veritate” sulle Anomalìe Spaziali, per bizzarro, erroneo o mal fatto che esso sia, potrebbe comunque essere un’opera meritoria.

Ma scrivere il medesimo Trattato “Pro Domo Propria” (e cioè “solo per sostenere se stessi e – magari – qualche compenso maturato con la fama…) oppure “in illam personam” (e cioè “contro questa o quella persona”, o corrente di pensiero etc.), sebbene possa risultare, alla fine, perfetto ai limiti dell’inoppugnabilità, esso non sarà mai un’opera meritoria.

Sarà solo il frutto di un eccesso. Di una visione corrotta e, quindi, distorta.

Qualcuno, quando studiavo Diritto, era sostenitore della Teoria per cui “reagire in maniera illecita verso colui o coloro che agiscono – contro di noi – in maniera illecita, è lecito”.

Io ho sposato a lungo quella Teoria e, per certi versi – etici, politici e giuridici – ancora la sposo.
La condivido.
La sostengo e supporto.

Ma nel campo delle Anomalìe (o presunte tali) Spaziali, no.
Nel campo della Scienza (Classica o di Frontiera), no.

Se sostenessi una simile Teoria, allora tutto il Lavoro da me svolto sino ad oggi, perderebbe senso.
Perderebbe valore ed “autorevolezza” – nei limiti in cui questa parola si attagli ad alcune e per alcune delle idee, ipotesi e posizioni che ho sostenuto e sostengo.

E allora?
E allora, la storia (quasi paradossale, alla fine, per le implicazioni e le caratterizzazioni che è venuta ad assumere) delle (pseudo?) Anomalìe dell’Asteroide 433-Eros deve finire.

E per finire, userò solamente le mie conoscenze, le mie capacità logiche e tecniche ed i preziosi contributi che i miei Amici e Colleghi mi hanno messo a disposizione.

E poi…E poi basta.

Poi, una volta che gli argomenti e le prove, al pari delle carte da gioco su un tavolo verde, saranno state esposte e saranno quindi note a tutti, ognuno dei “giocatori” (e/o degli Spettatori) potrà valutare e decidere da solo a chi o a che cosa credere – non si parla, in questo Campo, di vedere “chi vince” e “chi perde”, perché anche questo approccio sarebbe distorto).

Diciamo che, una volta che TUTTI GLI ELEMENTI E LE LORO INTERPRETAZIONI saranno sul tavolo, ognuno potrà non solo vedere, leggere, approfondire e tralasciare quello che vuole, ma anche decidere “in maniera informata” se farsi un’opinione nuova o se mantenersi quella che già aveva etc.

Il tutto senza rancori, senza forzature e senza reiterazioni di immagini, argomenti, teorie e speculazioni (e si: perché quando si continui a reiterare – un contendente, o l’altro, o entrambi – non si fa altro che “scaldare” ulteriormente gli animi  per frizionamento degli Ego…).

Che intervengano gli “altri”, i Lettori, per dire, speculare, approvare od opporsi (possibilmente in maniera circostanziata ed educatamente).
Insomma: ad un certo punto, quando la situazione fra le parti in contesa è in deadlock (e cioè bloccata, in stallo totale), bisogna piantarla lì.
E’ meglio chiuderla e lasciar parlare gli altri.

O anche chiuderla del tutto (il che, spesso, è la cosa migliore da fare).

Se questo approccio Vi è chiaro, allora anche tutto il resto Vi sarà chiaro.

“CHIARO”, ho scritto, non necessariamente “ESATTO”.

Il Lavoro del Ricercatore e Divulgatore Intellettualmente Onesto (nel Campo delle Scienze di Frontiera in generale ed in quello delle Anomalìe Spaziali in particolare, infatti, consiste nel raccogliere i dati e nel presentarli nella maniera migliore possibile, lasciando che sìano poi i Lettori (Studiosi, Appassionati, Curiosi etc) a decidere da soli, formandosi – auspicabilmente, come già si diceva – una “opinione informata”.

Ed ora una considerazione personale: ho notato che moltissimi “Esperti” di Anomalìe Spaziali (direi quasi tutti, almeno in Italia), sono, fondamentalmente, degli Esperti Fotografi (nonchè “Maghi della ComputerGrafica”). Costoro, che comunque io rispetto profondamente, sanno dirVi tutto ed il contrario di tutto a proposito di fotografia (in generale) e sono capaci di frantumare e ricostruire un frame in mille modi diversi; sono anche più bravi di me ad analizzarlo (e non faccio fatica ad ammetterlo), perchè io non sono un Tecnico dell’Immagine.

Però attenzione: se per essere “Esperti in Scienze Planetarie” ed “Anomalìe Spaziali” – che sono, rispettivamente, la mia Specializzazione ed il mio Campo di Divagazione – bastasse essere dei provetti fotografi e/o “Maghi del Computer”, allora io potrei tranquillamente farmi da parte e lasciar parlare questi Professionisti dell’Immagine.

Ma la Verità è che le cose non stanno in questa maniera e non vanno lette in questi termini.

La Verità è che, per capirne tantissimo di fotografia, bisogna essere “Esperti e Provetti Fotografi”, e questo è un fatto incontestabile.

Ma per capirne “abbastanza” di Scienze Planetarie (e cioè di Geologia, Meteorologia – quando serve… -, un pizzico di Chimica e Fisica etc.), non basta essere nè dei Super-Esperti di Tecnica dell’Immagine, nè dei Meravigliosi Equilibristi del personal computer, nonchè Virtuosi dell’Image Processing.

E la Materia delle Anomalìe Spaziali, purtroppo per gli Amici Fotografi e “PC Experts”, costituisce proprio l’appendice “Di Frontiera” delle Scienze Planetarie e non della Fotografia (Professionale e per Amateurs).

Spero di aver reso l’idea…

Tutto ciò detto e premesso, veniamo ai punti ed alle Anomalìe Essenziali in quel (ormai) calderone di speculazioni e teorie che è diventato “Il Caso dell’asteroide 433-Eros”.

§§§

I Casi Concreti: la “Parabola”

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L’oggetto identificato dalla lettera “P”, nel frame NEAR-SHOEMAKER n. 0134030614 del 22 Maggio 2000 (fatti: è un frame leggermente sfuocato ed a bassissima risoluzione) il quale è stato convenzionalmente definito come “La Parabola”, a mio parere – ed ictu oculi -, può sembrare/assomigliare a qualsiasi cosa.

Ad esempio, e se proprio decido di usare l’Immaginazione a tutti i costi, a me può (ragionevolmente) sembrare un “megafono” che giace sul suo lato lungo…
Però questa impressione non credo che mi possa autorizzare a parlare di “possibile megafono alieno abbandonato su un piccolo asteroide”.

Solo un buontempone (o un incompetente, o una persona in cerca di facilissima – e stupidissima – pubblicità) si lascerebbe andare ad illazioni/dichiarazioni simili.

La realtà, come si può notare operando una semplice comparazione visuale (ad es.: di texture e di albedo) fra l’oggetto controverso e le tre rocce che stazionano nelle sue immediate prossimità, è che questo rilievo NON SI DISTACCA/DIFFERENZIA dai suoi dintorni (e cioè, in altre parole, condivide la texture e l’albedo degli altri rilievi che sono situati nelle sue vicinanze).

Conclusione preliminare: si tratta di un boulder a forma pseudo-conica (vedi nota 2) che giace rovesciato sul suo lato lungo.

Nota 2: si usa il prefisso “pseudo”, seguito dal sostantivo adatto al caso (exx.: torre, piramide, sfera etc.) allorché si vuole indicare la circostanza per cui la forma apparente del rilievo – qualsiasi rilievo – in oggetto, è funzione dell’angolo di osservazione adottato dall’Orbiter – e quindi, di conseguenza, dall’Osservatore/Analista – e non necessariamente delle sue caratteristiche fisiche reali

Nella seconda immagine, invece – trattasi del frame NEAR-SHOEMAKER n. 0136819148  del 21 Giugno 2000 (fatti: è un’altra immagine, ahinoi!, leggermente sfuocata e di modestissima risoluzione) – si potrà lavorare una Vita intera per cercare di vedere il “giro di 180°” che sarebbe stato compiuto dal rilievo ma, temo, senza successo.

Perchè?

Perchè l’idea di “provare”, attraverso due soli frames (e per di più brutti e sfuocati), un movimento della roccia in oggetto costituisce, a mio avviso, una probatio diabolica.

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Una prova, cioè, che non può essere data (o che può essere data solo “con (elevata) approssimazione logica e tecnica”, il che rende la dimostrazione, ove data, una pseudo-prova…).

Dico questo perchè, tanto per cominciare, le condizioni di illuminazione della superficie dell’asteroide e l’angolo di fase – ossìa l’angolo esistente e disegnato dal Sole, l’Oggetto Ripreso (ivi: 433-Eros ed il suo interessante rilievo) e l’Orbiter – sono RADICALMENTE cambiate/i.
RADICALMENTE.

Sappiamo tutti benissimo quanto sia (rectius: appaia) DIVERSA una superficie allorché cambiano le condizioni di illuminazione della medesima; e sappiamo tutti benissimo quanto appaiano diversi alcuni rilievi a seconda dell’angolo visuale che viene adottato per osservarli. (esempi: per quanto attiene le condizioni di illuminazione, diciamo che le fotografie scattate a rilievi che si trovano sulla Linea del Terminatore, come in questo caso, servono a definirne meglio le forme, approfittando dell’effetto affilante delle ombre e del maggiore – se non esasperato, nel vuoto – contrasto esistente fra aree in luce ed aree in ombra).

Per quanto attiene il cambio di angolo visuale, provate ad osservare il frame NEAR-SHOEMAKER n. 0148173946 che segue: che cosa ci mostra e dimostra? Esso ci mostra forse il profilo di un Volto avente sembianze umanoidi – il “Volto di 433-Eros”… –, oppure si tratta solo di un gioco di luci ed ombre, determinato proprio dal punto di osservazione (vista) adottato dall’orbiter e, conseguentemente, fatto proprio dall’Osservatore?).

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Si tratta di una “gigantesca scultura” che raffigura una Creatura di sembianze umane, oppure è solo un “affascinante gioco di luci ed ombre”? Pensateci sopra…

Ed ora – tornando a noi – che cosa si vede, poi, di così inquietante, nel secondo frame che riprende il rilievo controverso (e cioè la nostra “parabola“)?

Nulla. A parer mio non si vede assolutamente nulla.

Il rilievo “Parabola” si risolve, operando una modestissima magnificazione (modestissima altrimenti il frame si sgrana ed a quel punto si può veramente arrivare a vedere “di tutto e di più”…) in una roccia dai profili (superiori) nettamente irregolari, e che di “parabolico” – ahinoi – non mostra alcunché…

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Conclusione: il rilievo pseudo-conico del primo frame si conferma essere un boulder, con bordi superiori irregolari (e vagamente sfaccettati) ed albedo e texture congrue rispetto sia a quelle dell’ambiente a cui esso accede, sia a quelle degli altri boulders che giacciono nelle sue prossimità e che, nella loro globalità, formano quello che tecnicamente si definisce come “rocky outcrop” (o “affioramento roccioso“).
La “parabola” è un “boulder”, ossìa un rilievo roccioso (un “macigno”, tecnicamente), che di “innaturale”, se non altro a parere di chi scrive e dei miei Colleghi e Collaboratori, non ha nulla.

Non siete ancora convinti?

E allora proseguiamo…Con un pò di pazienza, di competenza ed usando le immagini di supporto giuste, ho calcolato le coordinate approssimative del nostro outcrop (localizzato a circa 14,46° Lat. Nord e 256,77° Long. Est) ed ho quindi effettuato una ricerca di frames alternativi a quelli che “imperversano su internet” (e che Vi ho appena proprosto), avvalendomi della funzione “Advanced Image Search” per la Missione NEAR EARTH Asteroid Rendez-Vous, messa a disposizione dalla stessa NASA e dalla University of Arizona all’indirizzo http://ser.sese.asu.edu/near.html.

E altre “nuove” immagini del “rilievo controverso” – DECINE di immagini -, come per incanto, sono apparse: eccone alcune…

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…E poi, per gli “incontentabili”, arriva adesso una visione “dall’alto” la quale, sostanziandosi in un radicale cambio di prospettiva, SEMBRA ALTERARE le fattezze del rilievo il quale, invece, è sempre lo stesso outcrop di cui sopra e che, come già si scriveva, di “parabolico“, purtroppo, non ha assolutamente nulla.

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Allora: dov’è la “Parabola”?!?

E adesso – perdonatemi la franchezza – desidero ricordare a TUTTI (Ricercatori, Appassionati e semplici Amateurs) che l’Anomaly Hunter Intellettualmente Onesto e Tecnicamente Preparato, prima di sbilanciarsi con teorie sghembe, CERCA, STUDIA e si INFORMA.

E comunque NON PRESUME MAI NE’ l’artificialità di un rilievo, come fanno in tantissimi (ANZI: semmai è vero il contrario! Di qualsiasi rilievo “ambiguo” occorre presumere la NON-Artificialità, se si vuole ragionare correttamente. L’Artificialità, poi, VA DIMOSTRATA – al 100% e senza che, alla fine, possano ancora sussistere legittimi dubbi) NE’ la “corruzione” (o tampering) di un’immagine (che VA DIMOSTRATA così come sopra).

Sconsiglio altresì – e questo è un mero suggerimento basato sull’esperienza nell’analisi di rilievi curiosi – di ricorrere ad iper-magnificazioni. L’ingrandimento di un rilievo controverso, talvolta (e se usato con parsimonia), può risultare di notevole aiuto all’Analista-Interprete dell’immagine; tuttavia, non dimenticate mai che la magnificazione di un rilievo, specie se operata ad alti livelli e su frames originariamente di scarsa qualità, diventa un’arma a doppio taglio.

Perché? Perché, molto probabilmente, l’Analista-Interprete dell’immagine vedrà, si, DI PIU’, ma quel “di più” potrebbe (anche) essere il prodotto di distorsioni, aberrazioni e sgranature del frame.
Insomma: ingrandire, per “scovare” qualche possibile Anomalìa e Singolarità, SI: ma poco e con cautela, altrimenti le Anomalìe e le Singolarità finiremo inevitabilmente con il crearle noi…

E adesso che di elementi ne avete a disposizione davvero tanti, osservate, valutate e decidete.

Le “Sfere”

Alcuni boulders, in ambienti caratterizzati da microgravità (e questa è semplice Fisica dei Corpi Celesti, non una mia “fissazione”), tendono a muoversi ed a rotolare OGNI QUAL VOLTA l’ambiente al quale accedono viene stimolato da azioni esterne (ad esempio: impatti del Corpo Principale con altri “Corpi Erranti” – bolidi e/o comete e/o detriti spaziali artificiali etc.) o da influssi mareali (e cioè gravitazionali) – ovviamente (e per definizione) esterni anch’essi.

Può accadere, come dimostrato in simulazioni di laboratorio, che le rocce di un corpo celeste a bassa/bassissima gravità (o micro-gravità, appunto), possono – a determinate condizioni – giungere persino a “levitare”, per alcuni istanti/minuti; oppure – o perché repulse, o perché attratte (e comunque, ab origine, posizionate in maniera tale da concretare un’ipotesi di equilibrio instabile), possono sbilanciarsi e quindi rotolare, assecondando i rilievi che le circondano.

E non dimentichiamo che anche le vibrazioni del suolo, cagionate – ad esempio – da un impatto occorso non lontano dalla loro regione di stazionamento, possono causare un movimento di rocce instabili, le quali – ancora una volta – potranno mettersi a rotolare (se le condizioni del suolo lo consentono) per quindi andare ad infossarsi, da qualche parte.
E poi, magari – nel tempo ed in condizioni differenti ma idonee al cambio di stato –, riemergere nuovamente (magari in toto e magari in parte).
O smuoversi: chi può ipotizzare tutta la casistica?!?

Dunque le rocce (alcune rocce, diciamo così, che è anche più corretto) di 433-Eros (e non solo, come ovvio) possono muoversi.
Certamente, nel passato (ieri o un milione di anni fa), esse si sono mosse.

E le rocce, mentre si muovono (rotolano), incontrano ostacoli.

A volte li superano, a volte no.
A volte colpiscono altre rocce.
E si rompono – magari scheggiandosi e producendo “boulders” dalle forme fantastiche ed improbabili, alle volte.
Ed altre volte, invece, ed a seguito di innumerevoli impatti e sfregamenti “morbidi”, esse POSSONO smussarsi/arrotondarsi.

Osservate una di queste “Rocce Rotondeggianti”, ora.

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Che dite? E’ una “Sfera” o uno “Sferoide”?
Io direi che il problema, in realtà, non dovrebbe neppure porsi, poiché una “sfera” – ritengo – è un corpo decisamente diverso da quella roccia che vediamo nei frames di cui sopra.
Le rocce (con e senza peduncoli) che vedete nei frames NEAR-SHOEMAKER, sono dei boulders di forma rotondeggiante – comunissimi sulla Luna e Phobos, ad esempio – i quali caratterizzano alcune regioni prossime ai tanti declivi – guarda caso… – che costellano 433-Eros. EccoVi un altro esempio (si tratta di una porzione magnificata del context frame dal quale è stato estrapolato il dettaglio che Vi abbiamo proposto in precedenza):

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Che cosa sono i due rilievi che vedete alla Vostra Dx e che sembrano giacere sulla medesima perpendicolare? Sono “sfere”?!? Secondo me, no. Si tratta di due “sferoidi” che hanno un’albedo molto alta.

Questo si: questo è un fatto evidente.

Ma basta forse un’albedo particolarmente elevata – e Attenzione, ancora una volta: ci sono moltissime zone della superficie di 433-Eros che mostrano un’albedo visuale decisamente significativa! – per qualificare un boulder rotondeggiante come Anomalìa di Superficie o, addirittura, come “Evidenza Aliena”?

Io direi di no.

E se, infine, si volesse alludere, parlando dei boulders arrotondati di 433-Eros, alle “sfere/Orbs” che, di quando in quando, incrociano nei Cieli Terrestri, allora è meglio lasciar stare le Scienze Planetarie e parlare di Ufologia, perché altrimenti si rischia di uscire completamente fuori tema e, di conseguenza, contribuire alla “confusione” (che già c’è ed è abbondante) e non alla “Chiarezza”.

Si, lo so, speculare è bello e, in questo campo, è affascinante, però…Andiamoci piano.

La “Scatola”

Onestamente non ho molto da aggiungere, su questa allegazione, in più di quanto non ebbi a scrivere nell’articolo in cui si parlava delle presunte Anmalìe dell’Asteroide 433-Eros.

Insomma: che si tratti di un rilievo “ambiguo” (apparentemente), direi di si, senza dubbio. Ma che si tratti di un rilievo artificiale…Questo non sono solo io quello che non può dirlo. Questo NON LO PUO’ – legittimamente e definitivamente – DIRE NESSUNO.

Ad ogni modo, una volta che sia operato uno stretch (anche eccessivo) del frame originale – che, come il 99% dei frames NEAR-SHOEMAKER, è piccolino e bruttarello – quello che si riesce a portare alla luce (leggi:evidenziare) – purtroppo – è solo un pietrone, la cui base è nell’ombra (e difficilmente risolvibile con chiarezza), mentre la sommità viene colpita dai raggi radenti di un Sole evidentemente già molto basso sull’orizzonte locale.

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Conclusione: si tratta di un macigno a pianta larga ed irregolare, che si sviluppa “singolarmente” in altezza e su un solo versante (quello “Sud”, dal punto di vista dell’Osservatore).
La “stranezza” che lo caratterizza è, molto probabilmente, causata dall’effetto di contrasto estremo fra la sua porzione illuminata (che si sovrespone e, grazie anche alla povertà di risoluzione del frame, perde di definizione e sembra molto più regolare di quanto non sia realmente) rispetto a quella in ombra.

Ogni ulteriore valutazione “di forma” e/o “di sostanza” (ad esempio: la matrice “artificiale” del rilievo), non può essere classificata se non come pura (ed anche alquanto azzardata) speculazione.

Il “Flash”

Abbiamo, lavorando piuttosto rapidamente, localizzato il punto dell’evento anomalo sulla mappa di 433-Eros ed abbiamo reperito altre due immagini che raffigurano quell’esatto punto mentre si trova in piena luce: ebbene, io stesso ho verificato – sia usando una piccola mappa altimetrica, sia “visivamente” – che nella zona calda (l’hot spot, si dovrebbe dire) non ci sono rilievi (anzi: tutta la regione è costiituita da un’ampia depressione, situata nei paraggi del rilievo noto come “The Saddle” – “La Sella”) e quindi direi che, automaticamente, l’ipotesi del “picco di cristallo (o il “Monte Everest di Eros”) che brilla” cade rovinosamente.

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Così come cade l’ipotesi di un impatto fra un “corpo errante” e 433-Eros poiché, nelle immagini “in luce” (SUCCESSIVE al flash – e brutte/povere di definizione anch’esse), non siamo riusciti ad intravedere alcun segno fisico (NON UNO, ahinoi!) che ci dimostrasse/suggerisse l’idea di un impatto recente.
 
A questo punto, come potrete immaginare, restano SOLO DUE POSSIBILITA’: si potrebbe trattare di
 
1) un image-artifact, ossìa un vizio del frame derivante, ad esempio, da un vizio di trasmissione o di compressione dei dati (quest’ultima è l’ipotesi razionale al momento preferibile), o da un lack of signal, o dalla presenza di un’area di dead pixels et sim. oppure
2) un’Anomalìa Orbitale, ossìa un evento “curioso” ed inspiegabile, accaduto nelle prossimità dell’asteroide (o anche sulla sua superficie), il quale può tanto essere fatto risalire ad attività “aliene” in senso stretto, quanto ad altri eventi, fisici ed ottici – ma naturali – che noi non siamo in condizione di spiegare (guardate l’immagine che segue e che è relativa ad un Fenomeno Lunare Transitorio (o TLP) Lunare: riuscite a vedere la somiglianza tra i due flash?!?).

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L’approccio da me adottato nella ricerca delle possibili Anomalìe Spaziali in generale e, in particolare, nella ricerca delle possibili Anomalìe dell’Asteroide 433-Eros, me ne rendo conto, è poco commerciale e lascia uno spazio piccolissimo e meramente residuale alla Fantasia.
Ma questo, credetemi (e qui parlo per esperienza e sulla base dei miei pregressi errori), è l’unico approccio che “forma”, “insegna” e, alla fine, “porta a qualcosa”.

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Conclusioni e “Morale”

Questo “Addendum” al nostro precedente articolo su 433-Eros, al pari di esso, NON E’ STATO SCRITTO “contro le teorie del Sig. Pilolli e del Dr Di Gregorio (nonché dei loro sostenitori).
Non è stato questo l’approccio usato perché, se così fosse stato, l’Oggettività – come ho cercato di spiegare nella prefazione, se ne sarebbe andata via, rendendo tutto il lavoro vuoto ed inutile.

Certo: come Gruppo di Ricerca Lunar Explorer Italia e come singolo Ricercatore, abbiamo/ho le nostre/mie teorie, idee e speculazioni, ma abbiamo/ho cercato di restare ed assecondare – sempre – una linea di ragionamento pragmatica ed obiettiva (appunto)

Queste note sono il semplice portato di OSSERVAZIONI e quindi di attente e ponderate (e necessariamente disincantate) riflessioni.
Esse sono il prodotto di un APPROCCIO alla Materia che, a nostro/mio parere, è logico e razionale ed il risultato finale, almeno nella nostra/mia ottica, dovrebbe essere quello di fornire a chi legge una “Opinione Informata”.
Un’Opinione – dunque NON una Verità – che, nella sua globalità, viene a costituire – almeno a parere di chi scrive – l’espressione tangibile di una Costruzione Logica “accettabile”.

Una Costruzione Logica che è stata ottenuta senza fare ricorso a “Teorie del Complotto”, a “Cover-up” (tanto evidenti quanto improbabili) ed a “Misteriose Intimidazioni”, poste in essere da elicotteri neri e senza insegne… – detto senza ironia.

E per chiudere, consentitemi una similitudine…

Pensate ai “Miracoli”.
I Miracoli – da intendersi come Eventi Straordinari (Meravigliosi) i quali resistono a qualsiasi spiegazione Logica, Razionale e Scientifica –, lo sapete, divengono tali solo a seguito di un processo “di esclusione”.

Il Miracolo, insomma (e non c’è nulla di riduttivo in quello che sto per scrivere), è un “Evento Residuale”.

Si parla di Miracolo, infatti, SOLO UNA VOLTA CHE SONO STATE ESCLUSE TUTTE LE ALTRE POSSIBILI CAUSE/SORGENTI DELL’EVENTO FINALE (meraviglioso ed inspiegabile, usando gli strumenti propri dell’investigazione scientifica).

E allora?

E allora così pure dovrebbe dirsi, a parer mio, per le Anomalìe Spaziali le quali, al pari dei Miracoli, si dovrebbero costruire “PER ESCLUSIONE” di tutto quanto è invece ipotizzabile e/o dimostrabile Scientificamente e/o empiricamente (e comunque agendo Logicamente e Razionalmente).
Le AUTENTICHE Anomalìe, infatti (che sono un numero modestissimo, laddove comparato al quantum globale delle “presunte” Anomalìe Spaziali che vengono individuate, da Dilettanti e/o da sedicenti “Esperti”, ogni giorno), dovrebbero essere individuate SEMPRE e SOLO PER ESCLUSIONE senza MAI “PREMETTERLE e/o PRESUMERLE”.
E per sostenerle, a mio parere, bisognerà sempre fare degli sforzi (gravi, me ne rendo conto) i quali sìano volti, innanzitutto, AD ESCLUDERE, come causali della (possibile) Anomalìa, tutti quegli eventi i quali risultino effettivamente refrattari a spiegazioni operate usando un approccio razionale e scientifico classico.

Linguisticamente, infine, (soprattutto per evitare delle magre figure) – sia che si sostengano ipotesi “esotiche”, sia che si supportino ipotesi “classiche” – suggerisco l’uso di un linguaggio scorrevole, affiancato da un approccio possibilistico, senza ricorrere (necessariamente) ad iperboli, “frasi ad effetto” e chiose basate su certezze tanto monolitiche, quanto aprioristiche, e su frames ambigui e/o di cattiva qualità.

Morale: volete realmente individuare qualche Anomalìa Spaziale “Genuina”?
Ok; allora accettate un mio piccolo consiglio: le Autentiche Anomalìe (al pari delle Autentiche Singolarità), si auto-manifestano e, di fatto, risultano SEMPRE ovvie e visibilissime.
Non cercatele “a tutti i costi” e “disperatamente”, altrimenti rischierete di finire con l’attorcigliarVi, logicamente e visivamente, su frames – non sempre, ma di regola – “brutti” e del tutto insignificanti.

Ed ora…Buon Lavoro a Tutti!

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