Il Mito di Cydonia colpisce ancora, ovvero: “Voglia di Quattrini” batte “Senso Comune” 4 a 0! – di Paolo C. Fienga e Lunar Explorer Italia
E’ di questi giorni (tardo Settembre 2006) la notizia che parrebbe smontare, in maniera definitiva, il Mito di Cydonia Mensae (una splendida ed enigmatica – ma non più di tante altre… – Regione Marziana) con la sua “Sfinge” (conosciuta anche come la “Faccia di Marte”) e le sue “Piramidi”.
Niente di nuovo, in fondo: sono anni che si parla di questo (appunto) “Mito” e, anche se una serie di pseudo-Ricercatori ed Investigatori Spaziali – ma si tratta per lo più di semplici Autori di libri, saggi ed articoli vari, a cominciare dallo scopritore della Sfinge, il Prof. R. Hoagland – ha costruito (e sta ancora costruendosi, a quanto vediamo, con grande semplicità e non-chalance) la propria fama e fortuna su questa bizzarra collinetta Marziana, in realtà non occorrevano dei Geni o degli Scienziati (veri) per capire che, purtroppo, abbiamo passato quasi trent’anni a parlare di “aria fritta”.
Voi penserete che stiamo dicendo questo alla luce delle “immagini” (!) ESA di recente rilascio al Pubblico…Ma non è così!
Non è così perchè, innanzitutto, la Leggenda della Sfinge di Cydonia aveva già ricevuto una pesantissima spallata da una serie di frames orbitali Mars Global Surveyor-Mars Orbital Camera (MGS-MOC) qualche anno fa e poi perchè – ed ormai dovreste saperlo bene – l’ESA NON rilascia al Pubblico delle immagini vere e proprie, come abbiamo già detto e scritto 1000 volte, ma delle semplici – nonché falsissime ed orribili – ricostruzioni digitalizzate (ora in 3D ed ora no) di (presunte) immagini orbitali ottenute dalla Sonda Mars Express.
Quindi NON fotografie, ma interpretazioni computerizzate di (presunte) fotografie.
Ora, se è vero (come lo è) che la NASA – sovente – “tarocca” i frames, a noi pare pur sempre meglio e più costruttivo esaminare un’immagine reale “taroccata” cercando di capire come e dove è stata operata la manipolazione, piuttosto che studiare un frame il quale è di per se stesso – e cioè “in sè” – una manipolazione (espressa, per di più: digitale, sofisticata, all’avanguardia etc., ma pur sempre una manipolazione, ossìa la rappresentazione di qualcosa che NON è reale. La rappresentazione di qualcosa che NON esiste!).
Dunque non è stata decisamente l’ESA a dare la (definitiva) “spallata” a Cydonia nè, tanto meno, ad aver convinto noialtri della inconsistenza della “Faccia di Marte“.
L’ESA ha fatto soltanto quello che, almeno a nostro parere, aveva già sino ad ora fatto e (ampiamente) dimostrato di saper fare benissimo: stare dietro alla NASA (in termini di “filosofia generale”, ma con maggior “spocchia”…) e tuttavia producendo del materiale di gran lunga più scadente (sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi).
Tutto qua.
Giudizio troppo severo? Giudicate Voi stessi: andate sui Siti ESA dedicati alle Missioni Marte, Venere e Luna (SMART-1) e poi pensateci sopra.
Ma torniamo alla “Sfinge“.
A noi sembra piuttosto evidente che alla maggior parte degli Studiosi e dei Ricercatori i quali si sono occupati di Marte in generale e degli Enigmi di Cydonia Mensae in particolare abbia fatto soprattutto difetto – e scusateci per l’ardire – il Buon Senso.
Proviamo quindi a ragionare insieme: ammesso che la “Sfinge di Cydonia” sia realmente una “Sfinge” (ossìa un’opera artificiale prodotta da un’antichissima Civiltà Marziana), essa dovrebbe anche rappresentare un qualcosa che è tecnicamente “sopravvissuto”, come minimo, a qualche milione di anni di inclementi azioni geologiche e meteorologiche.
Un qualcosa che è “sopravvissuto”, quindi, ad eventi quali un imprecisato numero di impatti meteorici, di sismi, di possibili inondazioni e piogge torrenziali prima, e poi una totale ed assoluta aridità dell’ambiente.
Non dimentichiamo di certo le escursioni termiche impressionanti che hanno caratterizzato e caratterizzano Marte e quindi, last but not least, i venti impetuosi che, come il panorama Marziano ci dimostra perfettamente (sia in ripresa orbitale, sia dal suolo), agiscono, assieme alla sabbia ed alle polveri sottili che trasportano, come una sorta di (gigantesca e naturale) “mola” la quale una volta affila ed una volta pialla; una volta “traccia e disegna” ed un’altra “spiana e cancella”.
E così via.
Proseguiamo: la datazione della Sfinge di Cydonia e delle Piramidi è, ovviamente, incerta, ma un’ampia serie di esami effettuati tramite la strumentazione di bordo delle navicelle che hanno orbitato ed orbitano intorno al Pianeta Rosso (dai Viking Orbiters a Mars Express, appunto – e senza dimenticare il Mars Global Surveyor) ci dice che i rilievi superficiali in questione potrebbero avere un’età compresa fra gli 800 milioni ed il miliardo di anni.
Ora, cercate di focalizzare la Vostra attenzioni su questo periodo di tempo e poi pensate per un istante alle piramidi Egizie – un elemento che Hoagland ed altri considerano fondamentale nella comprensione della cosiddetta “Earth-Mars Connection“…
Quanto tempo è bastato per sfigurare abbondantemente la Sfinge di El-Giza e le splendide Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino?
Poco.
Poche migliaia di anni e, certamente, una serie di eventi geologici ed atmosferici di gran lunga meno devastanti di quelli che hanno “disegnato” Marte sino a renderlo così come lo vediamo oggi.
Deduzione: della Sfinge e delle Piramidi Egizie, fra poche migliaia di anni, non resterà più nulla (salvo l’intervento pesante e risolutivo dell’uomo).
Ora, che cosa distinguerebbe i “Monumenti” di Cydonia da quelli di El-Giza (a parte la localizzazione)?
Ebbene, nulla: essi sarebbero – in accordo a quanto dicono Hoagland e Soci – l’espressione fisica di Menti affini e di Civiltà affini.
Ma soprattutto, pietra è l’elemento che è stato usato per fabbricare i Monumenti di El-Giza e pietra è l’elemento che sarebbe stato usato per fabbricare i Monumenti di Cydonia.
Ora, basta questa semplicissima considerazione per rendersi conto di quanto sia intrinsecamente assurda ed improponibile tutta la storia di Cydonia: ma quale pietra (!) lavorata, infatti, potrebbe mai resistere – con tutto il rispetto per l’eventuale Civiltà che l’avrebbe prodotta ed usata – a quasi un miliardo di anni di azioni distruttive conservando una chiara e determinata (ergo riconoscibile) apparenza (umanoide) esteriore – come ripresa dalla Sonda Viking Orbiter 1 – per poi “sfasciarsi” e diventare di fatto irriconoscibile (vedi i frames NASA-MGS, su tutti) in poco più di 20 anni?
Non siamo stati chiari?
Ed allora usiamo il Rasoio di Okkam per cercare di venire a capo di qualcosa: è più probabile che negli ultimi 20 anni sia accaduto qualcosa su Marte che ha, di fatto, “portato alla rovina” un capolavoro architettonico durato quasi un miliardo di anni, oppure è più logico pensare che gli eventi geologici e meteorologici che hanno coinvolto, negli ultimi 20 anni, la Regione di Cydonia Mensae sono, di fatto, irrilevanti e quello che abbiamo visto (rectius: creduto di vedere) tramite le immagini Viking era solo un affascinante e spettacolare “illusione visiva” determinata, inter alia, dalle ottiche impiegate dalla Sonda per ottenere l’immagine, nonché dall’altezza e dall’angolazione del Viking Orbiter rispetto al suolo ed al rilievo ripreso, nonché dall’altezza del Sole sull’orizzonte locale al momento della ripresa etc.?
Ci siamo ora?
Ecco il concetto di “Buon Senso” che, a nostro avviso, è mancato e, purtroppo, manca tutt’ora quando si parla di Cydonia (e non solo): basta usare la logica, qualche ragionamento, le (poche, ma significative) informazioni di cui disponiamo e subito si può non diciamo “dissipare ogni dubbio” (per carità: anche a noi piace il “Mistero”!), ma quantomeno iniziare a vedere le cosa in maniera un pizzico più chiara, più semplice e più razionale.
Che poi una serie di (ribadiamo) pseudo-Ricercatori e Scienziati – motivati da ragioni di “cassa” e certo non di “Scienza&Cultura” – si agiteranno come degli ossessi gridandoci di “Non toccare la Sfinge!” lo diamo per scontato ed assodato.
Oltre al Prof. Hoagland, infatti, quanti altri “Ricercatori” hanno visto e vedono, un po’ ovunque su Marte, “Sfingi”, “Templi”, “Piramidi”, “Ville”, “Quartieri Residenziali” ed altre – scusateci – stupidaggini del genere?
Certo, se si vogliono scrivere libri (facili) per affascinare il Pubblico e poi far quattrini (facili anch’essi), non si può parlare, osservando Marte (o la Luna stessa, o qualcuna delle lune di Giove o di Saturno) di “azioni geologiche erosive”, o di “impatti sequenziali”, o di “venti impetuosi” o, magari, di “affascinanti ed ingannevoli chiaro-scuri”: no, certo che non si può.
La realtà, come la NASA stessa oggi (25 Settembre 2006) – ironicamente – dice nella sua Rubrica “Picture of the Day”, “è noiosa”!
E allora, per non “annoiare ed annoiarsi” (!), bisogna parlare di “Connessione Terra-Marte”, di “Civiltà Perdute”, di “Opera immortale” lasciata sulla superficie del Pianeta Rosso dagli ultimi superstiti del Grande Cataclisma che lo sconvolse quale mònito ai Visitatori che sarebbero arrivati e che, molto probabilmente, si sarebbero posti domande troppo complesse per trovare risposte comprensibili ed accettabili.
Certo: bisogna fare sensazionalismo, soprattutto.
Se poi, attraverso questo sensazionalismo, si concorre anche a banalizzare la Materia, o a farci ridere dietro dall’Intelligence che controlla la NASA (e non solo…), o a far passare coloro che studiano (seriamente e con passione) Marte e tutti i suoi enigmi come dei “mitomani” o degli “spostati” non fa nulla.
Quello che conta, alla fine, per Autori ed Editori, è solo l’obiettivo di breve termine: pubblicare un articolo, pubblicare un libello, fare e farsi pubblicità, andare in giro a fare conferenze ed a raccontar favole.
Fare quattro soldi, insomma…
Che ne dite, allora, Cari Amici: Vi sembra che questo scenario che abbiamo cercato di tracciare sia troppo drastico?
Oppure siete d’accordo con noi?
O magari avete altre idee, delle quali volete renderci partecipi?
Scriveteci e noi, con il tempo, Vi risponderemo.
Scriveteci e, soprattutto, quando avrete voglia non solo di vedere immagini realmente enigmatiche, ma anche di porVi delle domande davvero significative, provate a scorrere la Galleria Lunar Explorer Italia “Mars and His Moons”, dove scoprirete che su Marte non ci sono solo “colline a forma di faccia”, ma anche “crateri improbabili”, “cascate ghiacciate”, “torrenti di polvere”, “dune luccicanti” e così via.
Le Meraviglie di Marte (e della Luna, di Saturno e così via), credeteci, non si esauriscono mai e, soprattutto, non si esauriscono in tre o quattro (presunte e sempre questionabili) Singolarità (o Anomalìe) di Superficie.
E poi, lasciatecelo dire per favore, non serve scomodare – sempre e/o necessariamente – gli Egizi, gli Aztechi, gli Annunaki o chi per essi per guardare con Spirito Informato dentro la Storia (della Terra, di Marte e del Sistema Solare) e dentro la Scienza: in effetti, occorre solo aprire gli occhi e poi, agendo con passione, onestà intellettuale (ahi,ahi,ahi: ma dov’è andata a finire?!?…) e per Amor di Ricerca, basta guardare, leggere e riflettere.
E per compiere queste tre azioni, a nostro parere, non Vi serve comunque nè il nostro “imprimatur”, né quello di tanti altri pseudo-Scienziati e pseudo-Ricercatori prezzolati i quali, fra una duna e l’altra e dietro alla forma più o meno bizzarra di qualche collinetta o di alcuni crateri, grazie ad una ottima dose di fantasia, di sfacciataggine e di (lo riconosciamo) “spirito imprenditoriale”, non hanno probabilmente trovato una risposta agli “Enigmi di Marte” (e dell’Universo…), ma di certo hanno dato una bella e consistente sistemata ai loro portafogli.
E allora?
C’è chi “lavora” per la Gloria (!) e chi per il “quattrino” (!!): dov’è il problema? – direte Voi – Dov’è il “gap” del Sistema?
Il problema ed il gap – grandi e gravi entrambi – stanno nella circostanza per cui, purtroppo, nel fare questa opera di “illuminazione” dell’Umanità, costoro hanno anche prodotto – incidentalmente… – un oceano di banalizzazione e di disinformazione che va a colpire, di riflesso ma non per questo meno leggermente, TUTTO il Movimento di Ricerca Scientifica su Marte e TUTTI i Ricercatori che se ne occupano: un’onda lunga di scempiaggini e banalità che, dove colpisce, travolge.
Ciò premesso, a questo punto resta solo una cosa da fare: purtroppo, quando chi sa (davvero) tace, occorre, a nostro avviso, restare tranquilli ad osservare, studiare e lavorare, cercando di essere prudenti e rimanendo pragmatici: poi sarà la Storia – quella VERA, e non quella scritta dal “Dio Denaro”… – a giudicare il lavoro fatto.
E la Storia, anche se (spesso) lo fa tardi, conferisce (o restituisce) sempre ad ognuno di noi la propria (e la più giusta) dimensione e dignità…