“The Silver Sphere”: Analisi di un’Anomalìa Dimenticata (di Paolo C. Fienga)
“…Se l’Universo è realmente pieno di sorprese, allora occorre dire che Marte, nel suo “piccolo”, riesce benissimo a stare al passo dell’Universo…”
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Forse siamo stati troppo “leggeri”, in passato, nel valutare alcune possibili Anomalìe di Superficie riprese – talora molto bene – dai MER Spirit ed Opportunity e quindi, spinti dall’acume e dalla curiosità di alcuni Lettori (ed in questo caso specifico ci riferiamo, in maniera particolare, al nostro caro Amico e Socio, Sig. Lorenzo Leone), abbiamo deciso di riprendere in mano un caso interessante e senza dubbio assai controverso.
Stiamo parlando del “Caso della Silver Sphere”.
Premesso (ma questo si sa) che tutte – o quasi – le logiche interpretative che noi adottiamo sono, per necessità e non certo per scelta filosofica, delle logiche speculative, abbiamo deciso di dare ai nostri Amici Lettori una serie di informazioni che potranno aiutarli a capire meglio perchè Lunar Explorer Italia ritiene che l’oggetto da noi stessi battezzato “Silver Anomaly” sia un corpo apparso di recente, di natura diversa rispetto al luogo al quale accede e, probabilmente, non indigeno della superficie di Gusev.
Ma andiamo piano e per ordine: la Silver Sphere appare, ufficialmente e per la prima volta, in una tripletta di frames PanCam (sub-frames EDR in b/n) relativi al Sol 67 di Spirit e queste tre immagini, che potete vedere qui di seguito, sono le migliori in assoluto, oltre che le più ravvicinate.
In realtà, però, l’oggetto era già stato visto e fotografato – e questa volta a colori – qualche giorno prima, durante la ripresa di un mega-panorama (conosciuto come “Legacy Panorama”) il quale venne ottenuto durante i Soles 59, 60 e 61 (e cioè nei giorni 3, 4 e 5 Marzo 2004), ma pubblicato dalla NASA solo nel Febbraio 2005.
Undici mesi dopo.
Abbiamo anche altre immagini della Silver Sphere, con Spirit in allontanamento (immagini NavCam ottenute nel Sol 69), ma l’oggetto è ormai troppo lontano dal Rover per tentare delle elaborazioni (credibili) in ingrandimento.
Eccone comunque una, per Vostra valutazione…
Questi sono i dati che abbiamo; adesso facciamo qualche riflessione:
a) Origini e Climatologia di Gusev Crater; condizioni dell’Atmosfera Marziana
Gusev Crater è un antico bacino di impatto, almeno a quanto ci dice la NASA. Un cratere derivato da una collisione, insomma, il quale si esprime in una distesa pianeggiante – salva la presenza di qualche modesto rilievo (come le Columbia Hills) – circondata da una catena montuosa la quale altro non è che il bordo (o “rim”) del cratere stesso.
Le condizioni meteo all’interno dei crateri molto grandi sono state studiate con attenzione dalla Sonda Mars Global Surveyor e, se c’è una considerazione che possiamo fare, è che le formazioni nuvolose sovrastanti detti crateri sono rare ma, in compenso, all’interno dei medesimi, l’attività eolica è molto elevata (si pensi, quale esempio, alle decine di Dust Devils che sono stati fotografati da Spirit mentre era in ascesa sulla Collina Husband).
Ora, se questo “fattore vento” è un fatto (diremmo) incontestabile, qual’è un altro fatto (altrettanto incontestabile) da tenere bene in mente?
Eccolo: Marte è un Pianeta “polveroso” e la sua atmosfera è intrinsecamente “polverosa” (rectius: ricca di polveri sottili).
Le polveri, in periodi di quiete (ossìa periodi di assenza di vento e/o con venti molto moderati), si depositano e conferiscono al paesaggio quella coloritura arancio-gialla o arancio-rossiccia che ha reso Marte noto come “Il Pianeta Rosso”.
Nel Marzo 2004, periodo in cui vennero ottenute le fotografie della Silver Sphere, l’attività eolica su Gusev era moderata o nulla ergo…le polveri atmosferiche (causa primaria di quel fenomeno che viene conosciuto come Opacità Atmosferica e causa altrettanto primaria, come si diceva, della “tinta arancio-rossa” della superficie di Marte – in area Gusev, ma non solo) erano in caduta.
Spirit, per coprirsi di uno strato (leggero, ma evidente) di polveri rosse, ha impiegato poco più di un mese.
Diciamo fra i 35 ed i 45 Soles (o forse qualcosa in più, ma poco di più).
La Silver Sphere, tuttavia, come tanto bene dimostrano le immagini in b/n e, soprattutto, quella a colori, NON presenta nessuna traccia di depositi di polveri arancio/rosse sulla propria superficie.
Guardate, per capire bene, questo detail mgnf…
Ciò detto, possiamo (alternativamente o cumulativamente) dedurre che:
1) il materiale di cui l’oggetto è fatto “respinge” le polveri;
2) l’oggetto è stato assai recentemente ripulito della polvere che lo ricopriva oppure
3) l’oggetto non aveva ancora avuto il tempo di ricoprirsi di polveri perchè era arrivato “in situ” da pochissimo tempo o che, infine,
4) le immagini sono mendaci.
Sicuramente, se quello che è accaduto a Spirit valesse anche per tutti gli altri oggetti presenti nella pianura di Gusev (e noi non abbiamo motivi per pensare il contrario), la Silver Sphere si sarebbe ricoperta di uno strato – ripetiamo: leggero ma evidente – di polveri in poco più di un mese. Il fatto che questa Sfera, invece, sia “pulitissima” ci induce a ritenere – una volte escluse per motivi di razionalità e pragmatismo le ipotesi 1 e 2 e, per motivi di logica, l’ipotesi numero 4 – che essa sia stata esposta al weathering di Gusev per un periodo fortemente limitato e, comunque, inferiore ai 45 Soles.
b) Atteggiamento NASA ed altre Sonde Terrestri
La NASA ha ignorato questo rilievo anomalo e tutte le domande che abbiamo posto in ordine alla sua possibile natura.
Ora, il fatto che la NASA non risponda alle domande (sebbene – crediamo – intelligenti) del Pubblico non è una novità; ma che essa, dopo aver pubblicato una serie di frames “intriganti” (e forse sfuggiti alla censura) rifiuti di prendere in considerazione l’esistenza di un oggetto quale la Silver Sphere e quindi impieghi ben 11 mesi (da Marzo 2004 a Febbraio 2005) per ricostruire un panorama in colori naturali della zona che contiene l’Anomalìa, a noi sembra un ulteriore elemento meritevole di considerazione.
Un elemento che, conoscendo l’atteggiamento NASA (e non solo) istituzionale sui fenomeni anomali e, in questo caso, sulla plausibile natura “scientificamente (e naturalisticamente) discutibile” del possibile manufatto, diventa estremamente importante ed intrigante.
Qualche Lettore ci ha detto, però – e si tratta di un’obiezione corretta, almeno da un punto di vista logico –, che prima di pensare agli Alieni o a chissà cosa, bisogna tenere bene a mente che Marte è ormai “pieno” (sulla propria superficie e nel cielo sopra di essa – ergo “in orbita”) di oggetti fabbricati sulla Terra e che quindi la Silver Sphere potrebbe anche (ed effettivamente) essere un qualcosa di terrestre.
Giusto, ma solo in teoria: il punto è che su Marte, almeno UFFICIALMENTE, si sono posate soltanto 6 Sonde: parliamo dei Viking Landers 1 e 2; del Lander Pathfinder; dei MER Spirit ed Opportunity e – ma questo è stato un crash (forse) e non un soft-landing – della Sonda Beagle 2.
Tutte queste Sonde, però, a prescindersi dalle loro fortune (e dati alla mano), si sono posizionate in aree distanti migliaia di Km le une dalle altre!
E allora, forse – si dice ancora -, la Silver Sphere potrebbe essere il frammento di una Sonda USA (o URSS) “vecchia” ed ormai “pensionata” (pensiamo ai Viking Orbiter, o alla Sonda Phobos 2, o magari al misterioso Mars Polar Lander, che davvero non si sa se sia in orbita attorno a Marte, o se si è perso nello spazio o se, infine, è andato distrutto nell’atmosfera marziana dopo averla “aggredita” con velocità ed angolo di ingresso errati).
La Silver Sphere potrebbe dunque essere un frammento di una vecchia Sonda la quale, una volta entrata in crisi orbitale, è poi precipitata sul Pianeta Rosso, ma senza distruggersi completamente durante la fase di rientro e lasciando quindi delle evidenti tracce (metalliche) del suo impatto con la superficie di Marte.
Si, certo, tutto può essere, ma…Sapete quante possibilità ci sono che una Sonda in orbita attorno a Marte:
1) entri in crisi orbitale e precipiti (oppure, allorché in fase di arrivo dalla Terra, affondi nell’atmosfera Marziana anziché perdersi nello spazio)
2) senza distruggersi completamente (anzi: questa ipotetica Sonda diciamo che, sebbene senza guida ed in caduta libera, attraversa l’atmosfera marziana con una certa non-chalance e senza danni) e quindi
3) va ad impattarsi (per altro lasciando ampie e riconoscibili tracce della sua forma originaria) a nemmeno un Km di distanza dal Landing Site di un’altra Sonda – Spirit, nel caso di specie – la quale
4) mentre il viaggia verso le Colline Columbia in cerca di indizi geologici capaci di raccontarci qualcosa del passato di Marte, si imbatte in un frammento della predetta Sonda terrestre precipitata e lo fotografa?
Cari Amici, qui siamo nell’ordine (e non è una cifra “sparata a caso”, ma frutto di – relativamente – semplici calcoli statistici) di una possibilità su svariati miliardi.
Una possibilità che ci sentiamo di scartare.
c) Che cosa la Silver Sphere NON è; morfologia della Silver Sphere
La Silver Sphere, come dimostrano le stesse mappe orbitali NASA dell’area di Gusev coinvolta dalle operazioni di Spirit, NON può essere nè la Back-Shell, nè l’Heat-Shield della Sonda che ha portato Spirit al suolo.
Non può essere la Back-Shell, perchè la essa è stata identificata (!) dalla NASA stessa e pare trovarsi da tutt’altra parte rispetto a dove stazionava il Rover nei Soles in cui venne individuata l’Anomalìa.
La Silver Sphere non può essere neppure l’Heat-Shield, perchè – NASA, ancora una volta, sic dixit – l’Heat-Shield è sul bordo del cratere Bonneville, non lontanissimo dalla zona in cui è apparsa la Silver Sphere, ma neppure così vicino ad essa da poterci indurre a pensare che la Silver Sphere potrebbe essere un frammento dell’Heat-Shield schizzato via post impatto (un ejecta “artificiale”, insomma).
La Silver Sphere, come dimostrano i nostri detail mgnf fatti su frames originali NASA, è una sorta di cupoletta, con ramificazioni laterali (una specie di tubi?).
E se avete ancora dei dubbi, provate a confrontare questo oggetto con l’Heat Shield fotografato da Opportunity nei pressi di Endurance per verificare, in maniera decisiva, che l’Anomalìa di Gusev NON è neppure un lontano parente di un qualcosa che sia, come dovrebbe essere l’Heat-Shield di Opportunity, “Made in USA”.
La Silver Sphere non è neppure una roccia Marziana classica (un pezzo di granito o un basalto ad esempio), proprio in ragione della sua albedo: le rocce che hanno un’albedo così alta (esclusa quindi – e per ora – l’ipotesi che si tratti di un “pezzo di lamiera” di un qualche tipo) possono essere solo i cristalli e, a quanto abbiamo visto, non ci sono cristalli di medio-grandi dimensioni in area Gusev (solo sabbie e ciottoli cristallini – chiamati “cobbles”).
E comunque, quand’anche di questi “giganti cristallini” (quarzi grandi come macigni, ad esempio) ce ne fossero, essi dovrebbero essere stati, ormai, totalmente opacizzati delle polveri che, nel tempo necessario (poco) si depositarono su di essi.
E allora? Che dire di questa Sfera Argentea?
Perché la NASA – ufficialmente – l’ha ignorata e la ignora?
Da dove viene?
E soprattutto: che cos’è?…
(continua)