Moon-Lights – del Dr Gianluigi Barca e Lunar Explorer Italia
” Conosci tu le Leggi del Cielo?”
Giobbe 38:33
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A volte, quando ci si appresta a parlare di un evento importante quale può essere un’Anomalia Spaziale, si deve avere la fortuna di non appartenere alla cerchia dei Ricercatori Professionisti; quest’ultimi, infatti (ed ormai sempre più rari), non possono permettersi il lusso, come è invece nel mio caso, di “sparare ad alzo zero” (anche se, personalmente, preferisco l’espressione “affermare delle ovvietà”).
Perché questa piccola premessa?
Per poter analizzare con maggiore serenità due frames – selezionati tra diverse migliaia – i quali ci mostrano (e ci “dicono”) molto di più di quello che possiamo anche solo immaginare; essi si riferiscono a quello che fu il “Momento Esplorativo” più atteso ed emozionante che, a memoria d’uomo, si possa ricordare: l’allunaggio dell’Apollo 11.
Il frame AS 11-37-5455, infatti, mostra con una certa evidenza quello che Armstrong (per giunta in diretta dalla Luna – o, come recitavano le sovraimpressioni dei Networks Americani, “Live from the Moon“…!) definì come una “flare-like light”: una “fiammella” che si accese nei pressi di un cratere neppure troppo distante dal Lunar Module Eagle, il centro della “Tranquillity Base”.
Poche parole che, purtroppo, vennero presto cancellate dalla Memoria Collettiva, anche se vennero udite in Mondovisione – pensate che in Italia la trasmissione si interruppe immediatamente -, e che quindi non rimasero nella Storia come invece fu per la celebre considerazione che, sempre Armstrong, proferì mentre per primo metteva piede sul nostro cinereo ed unico Satellite Naturale (…a small step for a man, but a giant leap for Mankind…).
E forse è questo il problema, o meglio, il male che si nasconde dietro tutta questa storia: la frase di Armstrong sulla flare-like light è incredibile, impensabile…qualcuno pochi anni (certo non secoli!) prima del 1969, avrebbe certo potuto dire “impossibile! Impossibile come andare sulla Luna!”.
E invece…
Invece la Ricerca mostrò (e continua a mostrarci) ciò di cui spesso tutti noi ci dimentichiamo: Essa progredisce ed avanza; Essa ci mostra dei mondi (sìano essi pianeti o atomi) che sono reali tanto quanto il nostro, ma che per l’uomo non esistono…Almeno finché sono ignorati.
E ricordiamoci pure che la Scienza (almeno quella di questo mondo…) non è e non può essere perfetta, anche se migliora, cresce e si evolve, portandoci – se non la incateniamo – dalla “Ruota” al “Treno” e quindi allo “Space-Shuttle”…
Essa ha delle Leggi, sicuramente, ma esse per definizione e natura, devono essere Leggi modificabili, perché la Legge Perfetta ed immutabile, secondo me, esiste solo nella Dittatura (mentale o giuridica che sia).
Scusandomi per la parentesi, ecco dunque mostrarsi nell’immagine qualcosa di assolutamente eccezionale.
Non nuovo, probabilmente.
In effetti, i Ricercatori che studiano lo Spazio conoscono bene, e spesso incontrano, Anomalie come “Light Streaks”, “Star-like Objects”, “TLP’s”, “Flare-like Lights”, “Blue Flares” e quant’altro, per non parlare, sulla nostra Terra, delle celebri “BOL” – o “Balls Of Light” – tanto famose per i molti avvistamenti sui tanto controversi “crop circles”; o i “Foo-Fighters”, sfere di luce dal diametro di 50-100 cm che tanto spaventarono le aviazioni di mezzo mondo durante le Guerre Mondiali (ma non dimentichiamo i Foo-Fighters che sorvolarono la Corea, il Viet-Nam e, molto recentemente, l’Iraq…).
Armstrong, con ogni probabilità, ne vide (almeno) una, e leggenda – ma neanche troppo – vuole che la NASA gli ordinasse di continuare come se nulla fosse: a Terra sapevano già molto a riguardo?
(Per chi ama complotti e cover-up resta storica la discussione – sulla cui genuinità si sta comunque ancora discutendo – la quale sarebbe stata carpita da diversi radioamatori situati in diverse zone del globo. Ricordate?…
Apollo 11:“Ma che diavolo è quello? È incredibile …… Dio … ma cos’è? Allora, me lo dite?”
Houston: “Cambiate frequenza, usate Tango, Tango!”
Apollo 11:“Allora è una forma di vita, quella!”
Houston: Usa Bravo Tango, Bravo Tango, scegli Jezebel, Jezebel!” )
A mio modesto parere non ci sono dubbi: troppi gli avvistamenti nel mondo (e nello spazio…) per poter pensare che si sia trattato sempre di “sviste”, di “riflessi” e/o di “paranoie”.
Troppi gli investimenti per lo Spazio.
La “Corsa alla Luna” fu solo una sfida politica?
Certo, tutto può essere, ma mai si arrivò ad ipotizzare più di come accadde in quel ventennio (ufficialmente o meno) che qualcosa di strano stava accadendo e che non poteva essere solo il prodotto di un qualche segreto (militare, ovviamente) del “nemico” politico.
Questa “Sfera di Luce” che si accende davanti all’Apollo 11 si mostra come un fuoco particolarmente splendente: è bianca, accecante nei contorni, più scura nel nucleo, e con una sorta di nebbiolina azzurra e viola che si protrae verticalmente, come una striscia sottile, su di essa: roba da togliere il fiato!
Eppure poco tempo basta per aggiungere meraviglia allo stupore: nel frame successivo (AS 11-37-5456), infatti, questa presenza si sposta (!) e la ritroviamo ad una notevole altezza, più a sinistra dell’orizzonte di quanto non fosse nel primo frame e, giusto per non far mancare nulla alla nostra Immaginazione, ora ha nella sua vicinanza una collega: mentre la prima ad essere avvistata mantiene le caratteristiche sfumature bianche, la seconda sfera appare più blu argentato; se una sembra una “Presenza trasparente”, un’energia onirica e impalpabile, la seconda ricorda un qualcosa di metallico.
In entrambi gli avvistamenti (ma ricordiamo che solo in questa missione sono almeno una ventina i frames più celebri con Light-Streaks e Star-like Objects) non siamo di fronte a difetti di pellicola: tutte le analisi dei Ricercatori lo mettono in chiaro.
Non si può neppure parlare di eventi naturali quali “outgassing”: anche nelle celebri Blue Flares dell’Apollo 14 le ricerche effettuate da svariati Enti e Ricercatori dimostrano l’impossibilità di questa teoria, figuriamoci in un caso del genere (e non dimenticate che, tra l’altro, una bellissima fiaccola blu compare anche durante la Missione Apollo 11, nel frame AS 11-40-5852).
Ombre improbabili e un po’ troppo frequenti, bizzarramente casuali e preziose come un classico Deus-ex-Machina?
Ma naturalmente!
Alla NASA (e non solo) parlano dei soliti riflessi dei raggi solari contro qualcosa (che cosa non è dato saperlo, evidentemente, anche se ci è stato ufficialmente detto che:”…We showed this jpeg to a former (retired) photogrammetrist at the Manned Spacecraft Center. He went to a clean version of the 70mm master film and these are his comments upon looking at the film:”…(I saw) a small reflective highlight at the area in question, nothing more. It is nothing more than a down-sun reflective surface in the distance…”); pazientando, usiamo allora un po’ d’occhio e qualche riferimento fisso, come i Ricercatori più anziani insegnano…
Prendendo come esempio quelle rocce, o accumuli, che sono chiaramente ben evidenti, abbiamo subito una decina (almeno) di riferimenti ben precisi tra i due frames che stiamo trattando e, se andassimo a fare un lavoro davvero certosino, essi sarebbero molti di più.
E allora: il luogo dunque è lo stesso, ma la Flare-like Light non è più sul suolo.
Forse è passato molto tempo ed il Sole si è dunque spostato di quel tanto che basta per non riflettere l’oggetto (peraltro sempre misterioso)?
Sicuramente no: esso è rimasto, in sostanza, praticamente immobile perché tra i due frames sono trascorsi appena 28 secondi!
Pochi, pochissimi per poter solo che supporre una eventualità simile.
Si tratterebbe allora di “Eventi Naturali” che non conosciamo?
Quest’ultima in genere è la più disarmante e pigra interpretazione degli addetti a non si sa cosa.
In effetti è quasi buffo vedere come molti, ai piani alti della Ricerca, compiano salti mortali per pretendere di volere – e di poter – spiegare queste immagini, per poi ricordarsi solo in extremis (quando si sono ormai accorti che non sempre si trovano a parlare con degli idioti), della remota possibilità – probabilità – dell’esistenza di qualcosa di sconosciuto.
Qualcosa che, anche se provano un’allergia enorme nel dirlo, non sanno che cosa possa essere.
Certo: è qualcosa – ovviamente – di “origine naturale”!
Qualcosa di “scientificamente spiegabile”!
“Origine Naturale”…”Scientificamente spiegabile”…Paroloni. Solo paroloni che, se non definiti in dettaglio, sono vuoti, assurdi, e utili solo a perdere tempo e dimostrare come spesso, purtroppo, sia più importante saper giocare con le parole piuttosto che afferrare (ed esprimere) la verità.
Siamo lontani anni luce dal basilare “che cos’è?”, intesa come la più semplice, eppure stupefacente, domanda che l’Uomo (il quale sia degno di un tale nome) si pone nei confronti della Vita.
Una domanda che molti Filosofi hanno individuato, giustamente, come quella rivoluzione del Pensiero Occidentale che fu la nascita del Pensiero Moderno, in Grecia, più di due millenni orsono.
Essere capaci di stupirsi e di vedere, partendo dal semplice porsi una domanda ancora senza risposta, quanto fosse profondo l’abisso che veniva evocato.
Comunque, se parlassimo di UFO e di alieni, logica vuole che anch’essi sìano naturali, e cioè “di questo Universo” (altrimenti cosa vuol dire naturale?) e “scientificamente” (e cioè razionalmente) probabili (e sarebbe dura credere il contrario, si pensi o meno all’esistenza di un contatto con essi).
Ed ecco il punto; assumendomi le responsabilità del caso (e, pensandoci, credo che siano davvero poche, alla faccia dei salotti scientifici!…) è mia personale opinione che questo frame mostri una bellissima “Entità Aliena”…
Una forma di Vita Intelligente e che sembra apparire come una minuscola sfera di energia, a tratti con colori diversi, dal bianco al blu (ma si ricordi anche l’incredibile oggetto, perché tutto sembra mostrare che sia tale, rosso rubino del frame AS 11-37-5522), la quale mostra un atteggiamento che sembra circospetto: un atteggiamento di prudente – ma vigile – controllo sulle attività dei nostri Amici Astronauti.
Capire o pretendere di sapere cosa questa Intelligenza stesse facendo è – per ora almeno – escluso e se parlassimo delle eventualità percorribili finiremmo con lo scivolare (inevitabilmente) nel vecchio, ma molto frequente, errore di voler usare i nostri “metri terrestri ed umani” per qualcosa che, molto probabilmente, non era né “terrestre”, né “umana”.
Ci illuderemmo di poter giudicare (ergo di conoscere) qualcosa, o meglio qualcuno, che di noi e dei nostri parametri, può fare sicuramente a meno.
Solo – e quasi per scherzo – possiamo dire, o bisbigliare, che la apparente reazione di questa Energia Aliena all’allunaggio dell’Eagle ha molto dell’umano.
Essa, di sicuro, se decise di tenersi a distanza, di apparire e sparire, ed infine di studiare quegli esseri un po’ goffi e dalle caratteristiche primitive (sebbene fossero muniti di una “casa volante – il LM), si comportò mostrando una indubitabile “Umanità Razionale”.
Bisognerebbe riflettere sul fatto che la nostra Storia, almeno per quella breve parentesi di essa che noi conosciamo (un “battito di ciglia” in ciò che chiamiamo Evoluzione), insegna che, purtroppo, da un incontro tra due Civiltà, una delle due (di regola) sparisce e viene annientata (o assimilata?) da quella che si crede (o “è”?) più evoluta.
La reazione di molte Civiltà Aborigene della nostra Terra, all’arrivo dei “Marziani Occidentali”, fu spesso di fiducia nei confronti dei loro simili ma, lo sappiamo tutti, la loro (quella delle Civiltà Aborigene…) non fu una bella fine…
E allora io deduco che, se queste Entità Aliene non si presentano (ancora) “in parata” al Mondo intero, potrebbe forse voler dire che Esse sono realmente assai più avanzate ed evolute di noi, sotto molti aspetti.
Potrebbe voler dire che Esse non vogliono “assimilarci” e “distruggerci”, nel nome di una presunta Civiltà Superiore (…e che lezione per gli “umani”!!!).
Ma questi sono lunghi discorsi e, oggi, ci basta molto meno per perderci in riflessioni filosofiche sul “senso” di quel piccolo e fondamentale – ma, purtroppo, fuggevole – incontro.
Chi erano?
Come erano?
Che atteggiamento avevano?
Un atteggiamento…Amichevole?
Sapiente, forse?
O magari timoroso?!?
Certo, ad oggi è impossibile saperlo.
Leggendo quello che ci narrano i Resoconti Storici si intuisce (non possiamo dire “si sa” perché di davvero “sicuro”, nell’Era Apollo, c’è davvero poco…) che nessun Astronauta, durante la missione, abbia subìto traumi di natura aggressiva e/o violenta di alcun tipo e questo mi induce a reputare che quelle “Presenze Luminose” fossero abbastanza benevole.
Almeno per quel tanto che bastava “per osservare senza sconvolgere”.
Presenze Luminose, incantevoli ed impalpabili, ma non effimere.
Presenze Luminose, figlie di una qualche Intelligenza lontana (nello Spazio e nel Tempo) e, molto probabilmente, molto più equilibrata e lungimirante di quella di molti dei nostri “Fratelli Umani”…
Una Presenza di Luce.