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Risultati della ricerca nelle immagini - "pi" |

0-The Milky Way.jpgLooking at the center of the Milky Way190 visiteGalileo, non c'è più nulla,
Al di là del Cielo...
Gli Spazi Sconfinati che hai sognato,
E i Mondi senza Tempo che hai guardato,
Son solo isole, frammenti di uno specchio infranto...
Son solo lacrime, scintille di un eterno pianto...
E non c'è nulla che ti aspetta, Galileo,
No, non ti stancare...
E non c'è niente da scoprire, Galileo,
Al di là del Mare...
Galileo, non c'è più niente,
Al di là del Sole...
I moti irrazionali del tuo Cuore,
Le favole del tuo più grande Amore,
Son solo linee, tratteggi di un disegno bianco...
Son solo suoni, di un ritmo già battuto e stanco...
E non c'è nulla che ti aspetta, Galileo,
Non ci pensare...
E non c'è niente da scoprire, Galileo,
Al di là del Mare...
Galileo, non c'è che Dio, un Dio,
Al di là di Giove..
La Luce che rischiara questi monti,
E l'alba che rinnova gli orizzonti,
Son solo Istanti, del Tempo che trascorre irripetibile...
Son solo Amanti, di un sogno che rimane irraggiungibile...
Ma non c'è nulla che ti aspetta, Galileo,
Non ti crucciare,
Non c'è più niente da scoprire, Galileo,
Al di là del Mare...
P.C. Floegers - "Poesie"
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00-vg1_p20938.jpgJupiter, in true colors54 visiteUn nuovo viaggio in quelle che sono (ormai) le "Memorie dell'Astronautica".
Si tratta di Giove e del suo stupendo Sistema di lune, attraverso gli occhi di due grandissimi "Esploratori": le Sonde NASA, Voyager 1 e 2.
Voyager 1, il 15 Agosto 2006, ha raggiunto la (davvero "astronomica") distanza di 100 U.A. dal nostro Sole (o, se preferite, la distanza di circa 15 miliardi di Km dal Sole), confermandosi come l'oggetto fabbricato dall'Uomo "più distante" dal suo Mondo di origine.
Ecco un commento al riguardo da parte del Dr Edward Stone (ex Direttore del NASA JPL di Pasadena):"...what you can't predict is that the spacecraft isn’t going to wear out or break: Voyager 1 and 2 run 24 hours a day, 7 days a week, but they were built to last - Stone said.
The spacecrafts have really been put to the test during their nearly 30 years of space travel, flying by the outer planets, and enduring such challenges as the harsh radiation environment around Jupiter". - continua
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000-SOL166.jpgIs There Life On Mars?72 visiteIs there Life on Mars? Questa domanda, che è anche il titolo di un grande (e datato!) successo di David Bowie (...o "l'Uomo che cadde sulla Terra", come dicono molti dei suoi Fans...), non può, a questo punto della Storia di Lunar Explorer Italia, non diventare oggetto di una Galleria ad hoc.
Curata dal Dr Gianluigi Barca (Presidente di Lunexit, Sez. Liguria e Piamonte) e dal Dr Marco Faccin (Tecnico dell'Immagine e Ricercatore Senior), con la collaborazione del Dr Paolo C. Fienga (Presidente di Lunexit, Direz. Generale), questa Galleria mostrerà un quantitativo - riteniamo - impressionante di frames Spirit ed Opportunity che, una volta processati usando la Tecnica che abbiamo battezzato "Superdefinizione" e, talvolta, ulteriormente elaborati attraverso il Processo - Made by Lunexit - conosciuto come "MULTISPECTRUM", Vi mostreranno Marte come - REALMENTE - non lo avevate MAI visto prima.
La Superdefinizione, una Tecnica "semi-artigianale" di Elaborazione delle immagini originariamente adottata dalla NASA per migliorare la qualità visiva dei primi frames "Marziani" (siamo nel periodo delle Missioni Viking e Pathfinder), è stata ridisegnata nelle sue linee essenziali (e quindi, in un certo senso, "reinventata" per meglio servire i nostri scopi) dal Dr Marco Faccin ed è poi anche stata ulteriomente raffinata dal Dr Gianluigi Barca.
Ad essa, talvolta (ed al sussistere delle necessarie condizioni), potrà anche essere aggiunto il MULTISPECTRUM Processing il quale conferirà all'immagine nella sua versione "definitiva" le caratteristiche di colorazione e texture necessarie affinchè quanto ripreso possa essere visto dal Lettore "con Occhi Marziani" (ossìa il Lettore vedrà il Paesaggio di Marte ed i suoi dettagli "come se si trovasse in loco").
A tal riguardo - e per ottenere il massimo realismo - il processing addizionale alla Superdefinizione (ergo il MULTISPECTRUM Processing) considera, per ogni frame pubblicato, l'Ora Locale di Scatto (la quale, insieme alla Stagione in corso ed alla Opacità Atmosferica del momento - se conosciuta - diventa una funzione essenziale per stabilire le condizioni effettive di illuminazione del particolare ripreso).
Attraverso questo Lavoro (che non è "facile" nemmeno in teoria - figurateVi in pratica...) siamo giunti ad evidenziare dei particolari, in fondo ricorrenti in tutte le immagini, ma DECISAMENTE più evidenti nei frames ottenuti attraverso il Microscopic Imager di cui sono dotati entrambi i Rover, i quali, pur se non possono rispondere in maniera definitiva al nostro Quesito Origianale, certo lasceranno tanti LEGITTIMI dubbi agli Interpreti e, in ogni caso, aiuteranno (o, almeno, questo è quanto speriamo...) i Ricercatori e gli Appassionati di Marte & Dintorni a "VEDERE" cose che la NASA non si è mai neppure (pubblicamente, come ovvio...) sognata di mostrare.
Dunque Buon Viaggio e, che dite? Is There Life On Mars?!?...MareKromium
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005.jpgSpace Heat-Shields - The Heat-Shield (detail mgnf)210 visite5 - LA MISSIONE
Apparentemente sembrerebbe tutto in ordine, ma c’è un primo elemento che non torna.
Come si vede dalla pianta 3D di Bonneville (frame 3), Spirit lo avrebbe fotografato dal Sol 65 al Sol 86, praticamente girellando su sè stesso per 21 giorni e scattando foto SEMPRE dalla stessa posizione. Tutto ciò sembra assurdo. Pensateci: Spirit avrebbe prima viaggiato per milioni di chilometri nello spazio, poi rotolato per 2 mesi lungo una pianura (apparentemente) desolata e infine avrebbe stazionato per 3 settimane di fronte alla prima vera scoperta senza nemmeno tentare di entrarvi o di circumnavigarla, per poi andarsene via con un’allegorica alzata di spalle “perché non c’era niente da vedere”!
Premesso che un tale approccio non è credibile, avanziamo 2 ipotesi sull'accaduto:
A) Il percorso denunciato è vero e l’esplorazione è stata limitata per motivi di sicurezza (del Rover);
B) Il percorso denunciato è falso e dell’esplorazione di Bonneville non sono state diffuse le immagini vere.
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01-vg1_p20945.jpgJupiter, in true colors60 visiteThe spacecrafts are traveling at a distance where the Sun is but a bright point of light and solar energy is not an option for electrical power.
The Voyagers owe their longevity to their nuclear power sources - known as Radioisotope Thermoelectric Generators, provided by the Department of Energy.
Voyager 1 is now at the outer edge of our Solar System, in an area called "The Heliosheath", such as the zone where the Sun's influence wanes. This region is the outer layer of the 'bubble' surrounding the Sun, and no one knows how big this bubble actually is. Voyager 1 is literally venturing into the great unknown and is approaching interstellar space.
Traveling at a speed of about 1,6 MKM per day (!), Voyager 1 could cross into interstellar space within the next 10 years.
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02-vg1_p21151.jpgJupiter, in true colors54 visite"Interstellar space is filled with material ejected by explosions of nearby stars" Stone added. "and Voyager 1 will be the first human-made object to cross into it".
Voyager Project Manager Ed Massey of JPL says the survival of the two spacecrafts is a credit to the robust design of the spacecraft, and to the flight team, which is now down to only 10 people.
"But it’s these 10 people who are keeping these spacecrafts alive. They’re very dedicated. This is sort of a testament to them, that we could get all this done".
Between them, the two Voyagers have explored Jupiter, Uranus, Saturn and Neptune, along with dozens of their moons. In addition, they have been studying the Solar Wind, the stream of charged particles spewing from the sun at nearly a million miles per hour.
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03-vg1_p21181.jpgJupiter, in true colors54 visite"...NASA's twin Voyager spacecrafts are still beaming back new information about the final frontier of our Solar System, including evidence of "potholes" in the turbulent zone near the edge...".
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04-vg1_p21182.jpgJupiter, in true colors54 visitenessun commento
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05-vg1_p21194.jpgThe elongated "Dark Spot" of Jupiter55 visiteSi tratta di un fenomeno anomalo il quale è stato osservato ed immortalato dalla Sonda Voyager 1, ma la cui spiegazione - in fondo - non è mai arrivata.
Le ipotesi più accreditatate sull'argomento parlano:
1) di una possibile "apertura" (rectius: uno "squarcio") nel tessuto compatto dell'Atmosfera Gioviana - determinato da cause ignote - tale per cui quello che vediamo NON è un sistema nuvoloso compatto e composto da nuvole più scure rispetto a quelle circostanti, bensì è un dettaglio di ciò che esiste al di sotto degli strati più esterni dell'Atmosfera Gioviana stessa;
2) di una turbolenza simile a quella (famosissima ed ultracentenaria) conosciuta come la "Macchia Rossa" di Giove ma, in questo caso, composta da nuvole "più dense" e - presumibilmente - formate da (o contenenti) elementi diversi (e più pesanti) rispetto a quelli che caratterizzano le Regioni circostanti;
3) una turbolenza Gioviana assolutamente analoga a tutte le altre, con l'unica differenza che, in questo caso, la colorazione più scura è semplicemente dovuta alle particolari condizioni di illuminazione di Giove al momento dello scatto.
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06-vg1_p21224.jpgJovian turbulence (false colors)54 visitenessun commento
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07-vg1_p21225.jpgJovian turbulence (natural colors)54 visitenessun commento
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08-vg1_p21229.jpgThe "Great Red Spot" of Jupiter (false colors)54 visitenessun commento
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